Calcio

Casini: “Sui diritti tv negoziazione complessa. Pirateria? E’ un fatto culturale perché siamo indietro”

Lorenzo Casini
Lorenzo Casini - Foto LiveMedia/Ettore Griffoni

Quella sui diritti tv è stata una negoziazione articolata e complessa. Abbiamo capito quanto il contesto era complicato, ma siamo riusciti a tenere in sicurezza un settore che aveva bisogno di stabilità di entrate. Le società di calcio non stampano moneta, i soldi non vengono trovati, è un settore in cui, se si vuole vincere, bisogna pagare i giocatori. Per questo le entrate vanno create. A livello nazionale era difficile fare di più, all’estero sì. Pirateria? E’ un fatto culturale perché siamo indietro“. Così Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, dice la sua sull’assegnazione dei diritti tv al Social Football Summit. “Sui diritti anche la Premier fa fatica ad avere una crescita di introiti. In questo senso il riferimento può essere la Saudi Pro League che farà investimenti fino al 2034. Vedremo calciatori di qualità andare a giocare in questi contesti come la Saudi Pro League e, in questo senso, la Fifa potrebbe intervenire a livello normativo“, conclude Casini.

Il quadro normativo deve aiutare la Serie A, ora non è il momento giusto per togliere il Decreto Crescita. Aspettiamo di raccogliere dati e capire se ha funzionato o no intanto – ha proseguito Casini – Non è pensabile che il calcio non veda nulla di tutto quello che produce. Parliamo di oltre un miliardo di euro pagato allo Stato“. Per la crescita dei ricavi, per Casini, sono però fondamentali le infrastrutture. “Sono il problema principale. Purtroppo è un problema della Serie A, ma non è colpa della Serie A. La deresponsabilizzazione delle autorità istituzionali non è accettabile. Le squadre di A un minimo di mea culpa devono farlo perché non hanno investito negli anni 80 e 90 con degli investimenti che potevano permettersi. Ma se vediamo oggi Milan e Inter il problema non è nelle risorse che ci sono, ma c’è un tema burocratico, di incapacità dei soggetti pubblici coinvolti nell’accelerare i lavori“.

Casini ha poi parlato di Euro2032: “Grandissima opportunità ma non può essere l’unica ragione per risolvere il problema. Il commissario ben venga ma che abbia poteri. Gli stadi sono il problema principale, lo ha detto anche Tebas. Ci sono tante soluzioni possibili, come andare verso stadi di proprietà, l’altro è quello di avere il Governo che se ne occupi ma non dando soldi, ma con tavoli di lavoro. Le relazioni con Abodi sono ottime, ci sta dando una mano ma qui andiamo oltre il ministro dello sport. Flaminio? Massimo rispetto per l’opera di Nervi, ma l’architetto sapeva che sarebbe cambiato per gli standard internazionali che cambiano”, conclude Casini.

Il presidente della Lega Serie A ha poi affrontato il problema della violenza sulle donne: “Ho chiesto di fare di più. Nel prossimo turno di campionato avremo una maglietta contro la violenza sulle donne e i capitani leggeranno una poesia. Dobbiamo essere noi uomini a muoverci, non possono essere sempre le donne a farlo. Il calcio può fare molto perché il riferimento maschile per eccellenza. Vogliamo capire se il calcio può essere un ulteriore veicolo di sensibilizzazione“. Sugli obiettivi futuri della Serie A, invece: “Prevediamo entro il 2030 di non avere più cori razzisti negli stadi“, mentre “tra le sfide più importanti c’è quella di innovare il calcio con sperimentazioni, magari nei campionati giovanili. L’Italia, da questo punto di vista, è sempre stata un laboratorio. Il campionato Primavera potrebbe essere uno di questi“.

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