Calcio estero

Manchester City-Arsenal, si decide la Premier. E le ‘arti oscure’ di Haaland spaventano la difesa

Erling Haaland Manchester City
Erling Haaland - Foto LiveMedia/Nigel Keene

Non è decisiva, ma solamente per una mera questione aritmetica. Con ogni probabilità, però, chi uscirà col sorriso da Manchester City-Arsenal sarà anche quella che a fine stagione potrà fregiarsi del titolo di campione d’Inghilterra. Cinque punti separano l’Arsenal capolista dal City, con due partite da recuperare rispetto ai Gunners, che sul più bello hanno iniziato a soffrire di vertigini con tre pareggi consecutivi negli ultimi tre impegni. Dopo il rocambolesco 3-3 col Southampton, però, arriva un altro test verità, il più atteso. Un big match che si presenta in un momento in cui il Manchester City sembra aver ritrovato la miglior forma. Nella settimana più impegnativa, Guardiola ha alternato il turn over con successo prima in Champions contro il Bayern e in FA Cup contro lo Sheffield. Ora in campionato si rivedrà la squadra migliore. A protezione di Ederson, dovrebbe toccare ad Akanji, Dias, Laporte. Poi Stones e Rodri. Quindi Mahrez, Gundogan, De Bruyne, Grealish, con Erling Haaland a fare sportellate con il reparto difensivo di Arteta. Zinchenko, ex di turno, formerà il quartetto con Gabriel, Holding e White. Xhaka, Partey e Odegaard a centrocampo. Pochi dubbi in attacco con Saka, Gabriel Jesus e Martinelli. Il duello è in attacco. Per Gabriel Jesus nove gol stagionali, quattro dei quali nelle ultime cinque partite dopo il lungo stop per l’infortunio al ginocchio. Numeri radicalmente diversi per Haaland, autore di 32 gol in 28 partite in campionato. L’attaccante norvegese sembra aver ribaltato le leggi non scritte del duello attaccante-difensore. E’ il centravanti, la star talentuosa, e non il contrario, a provocare, stimolare la reazione del difensore. Il tema è dibattuto in Inghilterra, tant’è che l’ex Arsenal Martin Keown al Daily Mail ha paragonato certi atteggiamenti del norvegese alla sua strategia (riuscita) per far espellere Francesco Totti nel 2003. D’altronde è stato Ben Mee, difensore centrale del Brentford, pochi giorni fa a rivelare i segreti delle ‘arti oscure’ (così le ha definite il The Sun) di Haaland nell’innervosire e distrarre i difensori. Gabriel e Holding sono avvertiti. “Niente di nuovo”, dice Keown, ma è un fattore in più da considerare nella complessità di un attaccante da 48 gol stagionali.

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