Calcio estero

Cina, la confessione dell’ex ct Li Tie: “Tangente da 340mila euro per ottenere l’incarico”

Campo da calcio e pallone - Foto Pexels Creative Commons Zero (CC0)
Campo da calcio e pallone - Foto Pixabay Creative Commons Zero (CC0)

“Mi dispiace molto. Avrei dovuto tenere la testa sulle spalle e seguire la strada giusta. C’erano alcune cose che all’epoca erano pratiche comuni nel calcio”. Sono le parole, all’interno di una confessione choc, di Li Tie, ex ct della Cina tra il 2019 e il 2021. Ex centrocampista che ha giocato anche in Premier League nell’Everton, Li Tie è finito al centro di un’inchiesta per corruzione e ha ammesso di aver pagato una cifra vicina ai 340mila euro in tangenti per assumere il ruolo di commissario tecnico della Nazionale cinese. Le sue ammissioni sono contenute in un documentario sulla corruzione nel calcio trasmesso dalla tv nazionale, la Cctv. Il 46enne avrebbe iniziato a corrompere quando è diventato allenatore, guidando con vari incarichi importanti club come il Guangzhou Evergrande, l’Hebei, il China Fortune e il Wuhan Zall. Simili ammissioni erano arrivate anche da un altro pezzo grosso del pallone cinese, l’ex presidente della federcalcio, Chen Xuyuan: “I tifosi possono tollerare l’arretratezza del calcio cinese, ma non la corruzione”, ha osservato, “non c’è rimedio per il passato. Se ce n’è uno, sono disposto a pagare per questo con la mia vita”.

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