
Daniele Adani - Foto Comi/Terenghi/IPA
Le parole di Daniele Adani nel corso del commento tecnico della debacle dell’Italia contro la Norvegia alle qualificazioni ai prossimi Mondiali, sono sembrate una chiara risposta a un suo ex collega.
La sconfitta senza appello per 0-3 dell’Italia contro la Norvegia è stata una debacle assoluta, ma “chi conosce il calcio sa che questa era una partita difficile”. A dire così è stato Daniele Adani, autore del commento tecnico nel corso della diretta su Raiuno di ieri. A qualcuno è sembrata una frase come tante, ma i più hanno colto nelle parole dell’ex calciatore di Inter e Brescia, un chiaro riferimento a un “dissing” andato in onda alcuni mesi fa tra lo stesso Adani e, il pur senza mai essere nominato, Fabio Caressa.
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“E’ una brutta lezione – ha detto nel corso del suo commento -. Ma chi racconta il calcio in maniera seria, conosce i campionati, ha rispetto del gioco e controlla anche per professione il valore dei calciatori, sa e sapeva che questa era una sfida difficile. Chi conosce il calcio sa e sapeva che questa era una sfida difficile, mai avrei pensato ad una sconfitta per 3-0”.
Se si riavvolge il nastro con la memoria, queste parole possono essere collegate a quelle rilasciate dallo stesso Adani a gennaio, al momento del sorteggio. “Chi studia il calcio sa che la Norvegia è una squadra forte. Sorloth, Haaland e Nusa sono forti”, diceva Adani all’inizio dell’anno su Twitch. “Qualche coglione che non sa fare questo lavoro dice ‘dobbiamo aver paura della Norvegia?’. Me lo hanno riportato, devo chiamarti col tuo vero nome, coglione…”. Tutti collegarono le parole di Adani, pur senza mai nominarlo, a Fabio Caressa, voce del calcio di Sky. Tanto che lo stesso innescò un botta e risposta con l’ex collega.

“Io sono Voldemort, colui che non può essere nominato”, disse Caressa con un sorriso e riferendosi al fatto che Adani non avesse mai citato direttamente il suo nome. “Nel calcio non esistono nemici, ma avversari. Noi con il microfono trasmettiamo cultura, anche parlando sport. Si possono avere delle discussioni, anche accese, ma la rabbia, l’insulto non fanno parte di questo mondo. Perché come nello sport ci si confronta lealmente per provare a vincere seguendo il regolamento, allo stesso modo quando c’è una discussione ci sono delle regole di comportamento”.
“Serve rispetto, senza insultare. È importante parlare e ascoltare l’altro, non farsi riferire le cose ma ascoltarlo direttamente, e poi si può dire ‘non sono d’accordo’. Arrivare a insultare perché una persona ha un’idea diversa da te è pericoloso, riporta a momenti molto bui”, le parole di Caressa “l’insulto per chi non è d’accordo è veramente il buio. Bisogna stare attenti. Io non ho la pretesa di avere la verità in mano né di educare, ma trasmettere un messaggio senza violenza, anche verbale. Io continuerò con le mie idee sempre con rispetto, mai con maleducazione. E mai con violenza”.