Calcio

Abodi: “Divieto di trasferta è una sconfitta, serve certezza della pena”

Andrea Abodi
Andrea Abodi - Foto Giampiero Sposito/FIT

“L’ordine pubblico è sempre un tema delicato; non è solo un tema nazionale, ma anche internazionale, tra tifoserie di diversi Paesi. È un tema che va al di là del calcio, è un sintomo di disagio giovanile che rischia di andare oltre. Italia-Inghilterra sarà una partita con tutto il suo fascino, derivante anche dalla cornice dello stadio: voglio pensare positivo, confidando nella capacità di gestione dell’ordine pubblico. Queste le parole del ministro per lo sport ed i giovani Andrea Abodi, nel suo intervento a Mattino 24 su Radio 24.

“Episodi di violenza sono triste continuità”

Oltre alla sfida tra Italia e Inghilterra, valido per le qualificazioni a Euro 2024, il riferimento è ai recenti scontri che hanno messo a ferro e fuoco Napoli prima della sfida contro l’Eintracht. Ma il pensiero va anche a Roma-Feyenoord di Europa League: già nel 2015, i tifosi olandesi si resero protagonisti della devastazione della Barcaccia in Piazza di Spagna: Quello che stiamo vivendo pensiamo sempre che sia peggio al passato, invece purtroppo è una triste continuità. A mali estremi, estremi rimedi: anche il divieto di trasferta è uno strumento da usare, finché non capiamo come vivere bene il calcio. Non possiamo permettere che famiglie e bambini siano costretti a convivere con i teppisti”, ha proseguito Abodi.

È del tutto evidente che il divieto di trasferta è una sconfitta, ma non una resa. È una decisione che viene presa dopo l’analisi dell’intelligence del ministero dell’Interno. In questo, dobbiamo aver fiducia nella capacità di gestione di chi ha in mano l’ordine di pubblico – ha sottolineato ancora il ministro -. Io parto dalla certezza della pena: se vengono presi dei teppisti, non vanno rilasciati il giorno dopo. Questi atteggiamenti, che sono al limite, non possono essere risolti nelle pieghe della burocrazia. Questo vale soprattutto per l’opinione pubblica: la gente non deve perdere fiducia sul fatto che chi sbaglia, non paga”.

“Decreto crescita? A certi livelli è sbagliato”

Al tema toccato da Abodi nel suo intervento, è stato quello degli stranieri nel calcio italiano; un argomento che torna sempre alla ribalta, quando si parla di Nazionale. “Penso che prima di tutto vada ripristinata la centralità della scuola italiana. Vedo che anche a livello di Primavera ci sono squadre che hanno una rosa composta, per la quasi totalità, da stranieri. Le ragioni le sappiamo. Bisogna promuovere il ritorno al calcio dei bambini, e all’interno della logica dei movimenti di mercato, dobbiamo essere certi che i ragazzi giochino. Non ci sono formule magiche”. E sulle agevolazioni che riguardano l’acquisto di giocatori stranieri, come, ad esempio, il decreto crescita, Abodi conclude: “Che i grandi talenti vengano in Italia a condizioni agevolate, la legge lo prevede, ma che venga utilizzato questo sistema anche a livelli più bassi, per me è sbagliato”.

“Olimpiadi Milano-Cortina 2026? Nessun ritardo”

Un altro argomento con cui il ministro dello Sport deve confrontarsi è certamente quello dell’organizzazione dell’importantissimo appuntamento con le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. A riguardo, Abodi ha spiegato: “Non siamo in ritardo, ma di certo se fossimo arrivati qualche mese fa sarebbe stato meglio. Ci siamo dati un’ulteriore organizzazione con la cabina di regia, c’è la volontà di collaborare, c’è un’armonia che è la miscela necessaria per arrivare alla puntualità. Sul modello organizzativo non vedo problemi, perché è un sistema collaudato a livello olimpico. Le risorse finanziarie ci sono, sono ottimista”.

Infine, un appunto sugli episodi di razzismo, soprattutto nei casi in cui questi avvengono nel confronto di atleti a tutti gli effetti italiani: “Il razzismo va contrastato innanzitutto nell’immediatezza per come si manifesta, e in una prospettiva a medio-lungo periodo con l’educazione. Non possiamo sorprenderci quando accadono certi episodi, ma dobbiamo intervenire perché questi comportamenti vengano isolati, intervenendo anche in un’ottica di prevenzione. L’impegno deve essere comune, il messaggio deve essere chiaro e inequivocabile”.

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