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Basket, il presidente della Lega A Gandini: “Esperienza stimolante, è stato difficile ripartire dopo il Covid”

Umberto Gandini
Umberto Gandini, LBA - FotoLiveMedia/Simone Lucarelli

“Il mio rapporto con il basket è nato a fine 2019, ero a conclusione del mio contratto con la Roma. Avevo avuto un anno sabbatico, ero stato lungamente in contatto con il Milan, mi guardavo in giro e non vedevo l’ora di rimettermi in gioco”. Così il presidente della Lega Basket Serie A, Umberto Gandini, su Radio TV serie A con Rds, nel ricordare il suo arrivo nel mondo del basket. Ricevetti una telefonata da Luca Baraldi, amministratore delegato della Virtus Segafredo Bologna – spiega -. Mi chiese se fossi interessato al fatto che la Lega Basket Serie A stava cercando un nuovo presidente. Lì ho avuto altri contatti e la cosa è decollata, era un’esperienza stimolante per una lega che era in crescita, ma che viveva un momento politicamente complesso. Poi c’è stato il Covid, è stato più difficile di quanto credessi”. 

“Noi abbiamo chiuso un campionato per impossibilità di proseguire, giocare in assenza di ricavi sarebbe stato impossibile per le squadre: i costi aumentavano per i controlli e noi non avevamo la flessibilità del calcio, è stato difficile ripartire. Abbiamo avuto una stagione a porte chiuse, una a porte aperte a singhiozzo: è stato difficile, ma formativo, perché mi sono trovato ad avere a che fare con il pubblico, inteso come politica, come governo, tra ministri, sottosegretari e decreti”, ammette. “Non ero uno che arrivava da Marte come qualcuno scrisse, non avevo mai lavorato nel basket, ma per chi ha vissuto a Varese negli anni ’60 e ‘70 la pallacanestro è stata un marchio di fabbrica”, aggiunge. 

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