Atletica

10 anni dalla scomparsa di Mennea, nel 2024 un museo per ricordarlo

Pietro Mennea - Foto Antonio Fraioli
Pietro Mennea - Foto Antonio Fraioli

Dieci. Sono gli anni passati dalla scomparsa, il 21 marzo 2013, di Pietro Mennea. 10″01 il record europeo sui 100 centrato dallo stesso Mennea a Città del Messico nel 1979, pochi giorni prima del record mondiale sui 200 metri (con 19″72) durato 17 anni e un anno prima della medaglia d’oro ai Giochi di Mosca del 1980. Per ricordare il grande campione, lo sportivo ma soprattutto l’uomo, il mondo dello sport e della politica si è ritrovato allo stadio dei Marmi ‘Pietro Mennea’, al Foro Italico a Roma, esattamente alle 10,01, nel corso dell’evento “10:01 – Pietro Mennea, L’uomo e il campione”.

Quel 19″72 di Pietro Mennea è la più grande impresa sportiva italiana di tutti i tempi. Per universalità e longevità”, ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagó nel corso della cerimonia, ricordando che Mennea venne a mancare appena un mese dopo la sua elezione a numero uno del Comitato Olimpico Italiano, e che per la prima volta fu aperto il Salone d’Onore come camera ardente. Una mattinata di ricordi ed emozioni, un tuffo nel passato ma con lo sguardo sempre al futuro.

Proprio allo stadio dei Marmi, infatti, nel 2024 in occasione degli Europei di Atletica di Roma sarà inaugurato un Museo dedicato a Pietro Mennea. “Era un sogno di Pietro, aveva scritto personalmente il progetto… poi è andata così, lui non c’è più ma io mi sono sentita in dovere di portare avanti questa sua volontà”, ha raccontato la moglie Manuela Olivieri. “Quando stava male mi chiedeva di non mandare in malora tutto quello che avevamo costruito, come la Fondazione, e allora ho tenuto duro. Fino a quando Sport e Salute non ha proposto questo stadio per il Museo: ora abbiamo di nuovo questo sogno e sarà come lo vogliamo, rivolto ai giovani per renderli uomini valorosi come Pietro”.

Un museo “all’insegna della tecnologia, oltre che dei cimeli, sarà un museo veloce e non stanco, che riaffermerà e difenderà i valori di Pietro”, ha aggiunto il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. I lavori del Museo partiranno a breve e usufruiranno di parte del finanziamento di 80 milioni di euro versati dal Governo a Sport e Salute nell’ambito del Pnrr, e termineranno entro la primavera del prossimo anno. Un ulteriore modo per celebrare e ricordare un grande campione “che ha segnato un’epoca. È entrato nelle case italiane, perché è stato il campione del popolo. Le persone lo amavano, era detto ‘la Freccia dal Sud’, ma lui è stato la freccia dal sud al nord Italia, simbolo per tutti gli italiani”, ha evidenziato Vito Cozzoli. Un campione capace di gareggiare in cinque Olimpiadi, riuscendo a stabilire 2 primati mondiali, 8 europei, 33 nazionali.

In 17 anni Pietro Mennea ha corso 530 gare ufficiali. Ma il suo esempio deve essere portato avanti non solo per le imprese sportive. “Lui ha raggiunto traguardi civili e sportivi per il suo coraggio, per la capacità di sacrificarsi e di impegnarsi. Ai ragazzi delle scuole questo va insegnato”, ha sottolineato ancora Abodi. Tanti i presenti alla cerimonia, come Stefano Mei, presidente della Fidal: “Pietro Mennea non è stato solo un grandissimo atleta, quando ha smesso si è reinventato e anche in altre strade si è distinto. Non riesco a pensare all’atletica senza di lui”, ha detto.

Presente anche il Comune di Roma con l’Assessore allo Sport Alessandro Onorato, che ha concluso: “Studieremo come onorare i 50 anni dalla sua impresa del 1974, quando vinse l’oro nei 200 metri agli Europei di Roma. Oggi è la giornata del ricordo ma anche della gioia, per ripensare a quello che ha fatto Pietro. Il suo esempio deve essere portato nelle scuole, nella generazione che non riusciamo a intercettare: non solo un campione che ha fatto storia con i record, ma una persona curiosa, che ha preso quattro lauree, un esempio di impegno”.

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