Olimpiadi 2026 Milano-Cortina

Milano-Cortina 2026, il CAI contro la pista da bob: in atto un ‘laricidio’

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Il Club alpino italiano (CAI) prende posizione sull’inizio dei lavori per la costruzione della nuova pista da bob a Cortina d’Ampezzo, cominciati con il taglio di 500 larici secolari. “Eppure dovrebbe rappresentare un importante monito il rudere della pista da bob di Cesana Torinese, in Val di Susa, costruita per le Olimpiadi invernali di Torino del 2006 e ormai abbandonata da oltre 16 anni. Ma, evidentemente, anche in questo caso la storia non è magistra vitae. Per alcuni le “strategie di adattamento” ai cambiamenti climatici (meglio: al riscaldamento globale) consistono non già nel perseguire nuove modalità di frequentazione e valorizzazione del territorio e dell’ambiente, di minore impatto e coerenti con le mutate condizioni, bensì nell’investire nuove ingenti risorse pubbliche per continuare ad assicurare, nonostante tutto, le ormai sorpassate modalità di fruizione, anche se ciò comporta l’adozione di soluzioni ancora più impattanti ed energivore”, scrive il Comitato scientifico centrale.

“E nel frattempo… i boschi del Veneto e del Trentino, già devastati da Vaia (ottobre 2018) e ulteriormente feriti dalle piste forestali realizzate per i conseguenti lavori di esbosco, muoiono per la parassitosi da bostrico, la cui pullulazione trova spiegazione certamente nell’enorme quantità di legname a terra a seguito degli schianti provocati da quella tempesta, ma senza dubbio anche nelle mutate condizioni climatiche della montagna – nota ancora – così, l’immagine di sé che prossimamente darà Cortina d’Ampezzo e in genere la montagna veneto-trentina, rischia di essere quella di un territorio alpino pressoché privo di boschi, ma “ornato” da strutture arrugginite di metallo e cemento, a perpetuare il ricordo di tempi ormai irrimediabilmente passati”.

“Il taglio dei larici, non solo sconvolge il paesaggio: in un’epoca in cui gli alberi servono per tirare via l’anidride carbonica dall’atmosfera, noi li tagliamo per progetti insostenibili invece di piantarli. Una follia data dall’antropocentrismo dilagante e becero di cui soffre l’uomo di oggi. Un vero e proprio atto di prepotenza”, ha dichiarato il Coordinatore Attivita` ambientali, parchi e ASviS Mario Vaccarella.

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