
Jannik Sinner - Foto Ma Ping/Xinhua/ABACAPRESS.COM
Il presidente dell’ATP ha rilasciato alcune dichiarazioni sul nuovo formato dei Masters 1000, facendo previsioni importanti sul futuro.
Sono cominciate le qualificazioni per quello che sarà l’ultimo Grande Slam di questo 2025. Tanti gli italiani in gara, almeno per il momento, ma i riflettori sono puntati sopratutto su Jannik Sinner. Il numero uno al mondo potrebbe perdere il suo primato dopo più di 65 settimane: dopo la sconfitta in finale a Cincinnati, l’altoatesino potrebbe essere superato da Carlos Alcaraz nel caso in cui lo spagnolo dovesse raggiungere un traguardo più alto.
Molto probabilmente, dunque, Sinner dovrà puntare proprio alla vittoria dello Slam. Tutti i pronostici del caso, infatti, portano a pensare che Alcaraz possa arrivare tranquillamente in finale. La vittoria del Masters 1000 negli Stati Uniti ha dato una spinta importante allo spagnolo nella ranking ATP. Il peso di questi tornei è sempre più importante, nonostante le polemiche. Ne ha parlato Gaudenzi dopo il torneo a Cincinnati.
Gaudenzi chiede tempo, ma è ottimista: occhi puntati sulla crescita dei Masters 1000 ATP
Il torneo di Cincinnati ha attirato alcune critiche a causa dei diversi forfait a causa del forte caldo e delle condizioni atmosferiche in generale. Il clima degli USA, infatti, non ha agevolato le prestazioni dei tennisti. Alcuni giocatori hanno manifestato il proprio malcontento, ma la riposta del presidente dell’ATP non ha tardato ad arrivare.
Questi i passaggi principali delle parole rilasciate da Andrea Gaudenzi sul sito dell’associazione: “Il passaggio a un formato di 12 giorni ha dato ai tornei il tempo, la stabilità e la fiducia per pensare in grande, e ciò che sta accadendo a Cincinnati ne è un esempio perfetto. Hanno avviato un progetto di riqualificazione in più fasi da 260 milioni di dollari che migliorerà ogni aspetto dell’evento. E non si tratta solo di miglioramenti estetici. I ricavi generati da questi miglioramenti vanno direttamente ai giocatori attraverso il modello di partecipazione agli utili. Questo è esattamente il tipo di investimento strutturale a lungo termine di cui il nostro sport ha bisogno, ed è stato possibile solo grazie al nuovo formato”.

Doubles Final
Rajeev Ram (USA)/Joe SALISBURY (GBR) defeated Mate Pavic (CRO)/Nikola Mektic (CRO) 7/6(4) 6/4
Photo © Ray Giubilo
Il presidente chiede del tempo, ma è fiduciosa sulle potenzialità di questa scelta: “Uno dei nostri obiettivi strategici è aumentare i ricavi per un maggior numero di giocatori. Lo faremo ampliando il fondo pensione (da 165 a 300 giocatori) e raddoppiando il montepremi dei Challenger dal 2022 a oggi. E lo facciamo anche con grandi eventi, grandi palcoscenici e tabelloni più ampi, che sono il motore commerciale dello sport. Basta vedere cosa sta succedendo: bonus record, progetti infrastrutturali da centinaia di milioni a Roma, Madrid, Shanghai, Cincinnati. Nulla di tutto ciò sarebbe possibile senza la finestra di 12 giorni. Ha permesso agli organizzatori di reinvestire e ha reso possibile una ripartizione 50/50 degli utili. A questo modello bisogna dare cinque o dieci anni. Credo che i Masters 1000 cresceranno esponenzialmente sotto ogni punto di vista. Guarderemo indietro a questa decisione come alla base di quel cambiamento“.
Poi un passaggio sulla ‘stagione lunga’ e sulle esibizioni come il Six Kings Slam: “In molti sport c’è una tendenza chiara verso un aumento delle competizioni. Il nostro calendario è complesso. La stagione è lunga e raggiungere la fase finale ogni settimana è molto impegnativo. Ma è anche uno sport individuale: un giocatore può uscire al primo turno, un altro può vincere il titolo. Trovare una soluzione che funzioni per entrambi non è facile, e non si può costruire un calendario pensando solo a un’unica categoria di giocatori. Tutti i gruppi devono essere considerati. Il giusto riposo fa bene a tutti — giocatori, fan, e alla qualità della competizione. Ma non possiamo agire da soli. I tornei sono proprietari delle loro licenze, e ogni cambiamento strutturale richiede allineamento. Stiamo discutendo attivamente e sono ottimista sulla direzione che stiamo prendendo“.
Sulle esibizioni: “Le esibizioni offrono ai giocatori un altro modo per guadagnare, ed è parte della libertà di essere lavoratori autonomi. Non ho nulla contro il concetto. Ma dobbiamo essere onesti: le esibizioni avvantaggiano solo una piccola parte di giocatori. Non assegnano punti, non reinvestono nell’ecosistema, e non supportano la base più ampia di giocatori che dipendono dagli eventi del Tour per vivere. Ecco perché il nostro focus deve restare sugli eventi ATP“.