Editoriali

A casa a Tokyo, tra i giganti a Parigi: la boxe maschile azzurra torna a ruggire, Lenzi raggiunge Abbes e Cavallaro

Diego Lenzi
Diego Lenzi - Foto Roberta Corradin / IPA Sport / IPA

Nella marcia d’avvicinamento a Tokyo 2020 per la prima volta in 101 anni il pugilato azzurro al maschile non riuscì a rispondere presente alle Olimpiadi. In Giappone a rappresentare l’Italia furono quattro ragazze: Giordana Sorrentino (pesi mosca), Irma Testa (pesi piuma), Rebecca Nicoli (pesi leggeri) ed Angela Carini (pesi welter). Bilancio: un bronzo per Irma Testa, candidata nuovamente ad essere una delle atlete più competitive della spedizione italiana a Parigi 2024 (insieme alla stessa Sorrentino, oltre a Sirine Charaabi, Angela Carini e Alessia Mesiano). Stavolta però le azzurre saranno in compagnia: la boxe maschile è tornata a staccare i pass a cinque cerchi e lo fa per ora nelle tre divisioni più ‘pesanti’. Dopo il Preolimpico di Busto Arsizio, gli uomini qualificati del pugilato italiano sono Salvatore Cavallaro negli 80 kg, Azziz Abbes Mouhiidine nei 92 kg (entrambi col pass in mano dai Giochi Europei) e Diego Lenzi (+92 kg), ultimo arrivato grazie al percorso netto nella località lombarda. Una serie di buone notizie, che permettono alla nazionale maschile di avvicinarsi a Parigi con ottimismo, ma anche con uno sguardo al passato. A Rio 2016 il massimo Clemente Russo e il supermassimo Guido Vianello (che tra poche settimane salirà sul ring per il match che vale una carriera tra i ‘pro’ contro il fortissimo Efe Ajagba) non riuscirono ad andare oltre i quarti e gli ottavi. Niente da fare in quel caso anche per Valentino Manfredonia, Manuel Cappai, Vincenzo Mangiacapre (fermato solamente da una testata e dalla frattura dello zigomo alle porte degli ottavi) e Carmine Tommasone (primo ‘pro’ italiano ai Giochi).

Per le ultime medaglie maschili invece bisogna guardare a Londra 2012, quando Vincenzo Mangiacapre ottenne un bel bronzo nei superleggeri, mentre Clemente Russo e Roberto Cammarelle si ‘accontentarono’ dell’argento contro due fenomeni attuali della boxe professionistica: Oleksandr Usyk (che nei prossimi mesi contenderà a Tyson Fury il primo titolo di campione indiscusso dei massimi nell’era delle 4 cinture) e Anthony Joshua (ma in questo caso il verdetto continua ancora oggi ad essere oggetto di discussioni). L’ultimo oro invece risale a Pechino 2008, quando Cammarelle sconfisse in finale Zhilei Zhang. Un altro incrocio tra passato e attualità visto che pochi giorni fa il cinese ha perso la cintura WBO ad interim contro Joseph Parker nell’undercard di Joshua-Ngannou.

La voglia di regalarsi medaglie ora è tanta per gli azzurri. Abbes Mouhiidine ha dimostrato di essere tra i top della categoria, laureandosi per due volte vice campione mondiale. E possono stupire anche Diego Lenzi (che a Busto Arsizio ha battuto il bronzo mondiale Ayoub Ghadfa e ha ammesso di puntare all’oro) e Salvatore Cavallaro, bronzo iridato a Belgrado 2021. E potrebbe non essere finita qui. L’ultima chance di qualificazione sarà il secondo Preolimpico, in programma a Bangkok a maggio. In palio ci sono tra i 20 e 23 pass alle donne (sulla base dei posti da riservare alla Francia) e tra 25 e 28 agli uomini. Un’ultima occasione per i delusi azzurri, pronti ad impreziosire ulteriormente la spedizione di un’Italia a caccia di riscatto.

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