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ESCLUSIVA – Chiara Benini Floriani: “Olimpiadi un sogno realizzato, ora voglio dire la mia”

Chiara Benini Floriani

“Partecipare alle Olimpiadi è un sogno che si realizza, da quando sono bambina l’obiettivo è stato quello. Ora voglio dire la mia”. Chiara Benini Floriani ha le idee ben chiare e non si pone limiti in vista dell’esordio olimpico a Parigi 2024. La velista, classe ILCA-6, ha ricevuto la certezza della convocazione a inizio anno. “La notizia è arrivata in anticipo relativamente ad altre classi, ma dopo il Mondiale di gennaio ero nettamente avanti rispetto alle altre in termini di punti. Me l’aspettavo, era nell’aria, ma sentirselo dire fa sempre un grande effetto”, ha commentato in un’intervista esclusiva a Sportface.it. I primi passi in questo mondo, Benini Floriani li ha mossi nella ‘sua’ Riva di Garda. “La vela non è sport molto conosciuto, ma il luogo dove sono nata e cresciuta è famoso a livello mondiale per questa disciplina ed è stato un avvicinamento abbastanza automatico – racconta – È visto un po’ come uno sport di élite, ma in realtà è uno come un altro e che, anzi, ti dà la possibilità di essere a contatto con la natura, di diventare autonomo perché sin dai primi corsi ti affidano una barchetta da gestire: ti forma sin dai primi allenamenti. Venendo dal lago, non ero abituata alle onde più grandi, ma ho preso confidenza presto e ora il mare mi dà un senso di libertà assoluta”.

Chiara Benini Floriani
Chiara Benini Floriani

Un processo di maturazione rapido, dovuto alla peculiarità della disciplina. “Il fatto che non sia così diffusa ti porta a viaggiare tanto sin da subito a livello agonistico. Qualche anno prima di me aveva iniziato mio fratello, in estate i nostri genitori ci iscrivevano ai corsi vela e col passare del tempo la passione si è trasformata in un lavoro – prosegue la trentina –  Nel 2018, quando ho vinto il Mondiale giovanile ho capito che potevo dedicarmici al 100% e vivere di quello, dal 2020 sono poi entrata nelle Fiamme Gialle. La nostra base è a Gaeta, ma il lavoro che fanno dietro le quinte tutte le persone che lavorano in ufficio, direttore tecnico, allenatori è incredibile: li ringrazio tutti”.

“L’oro di Tita e Banti ha acceso un po’ i riflettori sulla vela, purtroppo resta uno sport difficile da seguire a livello di regia – ammette – ad esempio, nell’atletica vai nel palazzetto e guardi tutte le gare che vuoi in quelle tre ore. Da noi le gare durano sei giorni, con delle pause, e ovviamente si è in mezzo al mare: se non si hanno degli accrediti è difficile da seguire, nell’ultimo Europeo c’era il live ma è tutto ancora molto sperimentale perché la qualità non è delle migliori, le tattiche e i punteggi sono complicati da seguire se non si è dei velisti”.

Vela ma non solo, Chiara pesca tra i cassetti della sua memoria un ricordo a cinque cerchi legato al mondo della neve e alla sciatrice Mikaela Shiffrin, suo idolo e modello da seguire. “Nonostante i record infranti in Coppa del Mondo e Mondiali, a Pyeongchang è uscita in due gare diverse. Fa capire come tutti abbiano le proprie fragilità: è normale cadere ma ciò che più importante è saper rialzarsi”.

Un passaggio anche tra ginnastica ritmica e soprattutto tennis per la classe 2001, stessa annata di Jannik Sinner, fenomeno nato a qualche ora di distanza nella stessa regione. “Mi sorprende di lui la grande determinazione, la lucidità nell’affrontare avversari con 10 anni in più di esperienza, cosa che capita anche nella vela: forse incontrarli in regata è meno complicato che in uno contro uno – prosegue – Le critiche sulla sua residenza a Montecarlo? Io non le comprendo, avrà avuto le sue motivazioni. Inoltre così facendo ha avuto la possibilità di allenarsi con grandissimi campioni e di crescere più velocemente”.

Chiara Benini Floriani
Chiara Benini Floriani

Un lavoro che, per raggiungere certi traguardi, dev’essere assolutamente presente in ogni sport. “Ci prepariamo molto fisicamente, negli ultimi anni è aumentata anche questa componente in gara. Poi si studiano le previsioni, si esce circa un’ora prima della partenza per iniziare a intuire come si stanno muovendo vento e nuvole, come portare la barca sulle onde. E durante la regata devi cercare di seguire il tuo piano ma allo stesso tempo modificarlo in caso di cambi meteorologiche o se quanto preparato dovesse rivelarsi errato. Le mie condizioni ideali sono con un vento medio, quando l’onda inizia a formarsi mi sento davvero bene sulla barca e competitiva, riesco a focalizzarmi maggiormente sulla tattica – spiega Chiara – Ma la vela è tantissimo anche mentale: a questi livelli, le prime venti vanno tutte alla stessa velocità in ogni condizione. Una volta arrivate lì, sta tutto nel saper gestire una partenza o una regata fatta male: la mente occupa secondo me un buon 70%”.

E le giornate libere? “Poche, molto poche. quando sono a casa mi piace passare del tempo col mio fidanzato e andare avanti con gli studi.  Dopo le superiori mi sono iscritta a Trento in Economia, quando gli impegni sono diventati più numerosi mi sono spostata in un’Università online: il tempo per studiare è poco ma si procede e prima o poi riuscirò a laurearmi”.

Ma il pensiero corre alla Francia e a quel 1° agosto che la vedrà in acqua per alimentare quel sogno olimpico già assaggiato nel test event di Marsiglia della scorsa estate, chiuso al terzo posto. ”Più che il bronzo in sé, mi ha emozionato salire sul podio con Bouwmeester e Rindom, cinque medaglie olimpiche in due. Il campo di Marsiglia l’ho sentito mio, sono riuscita a destreggiarmi bene in tutte le condizioni. Mi dà grande motivazione per allenarmi ancor di più e arrivare pronta in estate. Il sogno di una medaglia? Sarebbe il coronamento per tutti i sacrifici che facciamo quotidianamente. Ho scelto di intraprendere questo percorso, sicuramente non li intendo letteralmente come ‘sacrifici’, ma non è una vita comune e quindi una medaglia sarebbe davvero un bel premio”.

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