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Verso Inter-Juventus, chi accoglierebbe meglio un pareggio?

Inzaghi e Allegri
Inzaghi e Allegri, Inter-Juventus - Foto Nderim Kaceli/IPA Sport

La possibilità di scappare a +4 e virtualmente a +7 considerando il recupero con l’Atalanta, la voglia di riportarsi al comando e di mettere tantissima pressione, oppure uno status quo e il duello che prosegue sullo stesso binario. Tra la volontà di vincere e dare un segnale e la paura di perdere e compromettere la stagione, c’è l’equilibrio di cui Simone Inzaghi e Massimiliano Allegri sono maestri e promotori, ed ecco perché tra Inter e Juventus, come all’andata, c’è il sospetto che il pareggio sia un risultato che non dispiacerebbe a nessuno dei due tecnici. I nerazzurri sono più forti, più maturi e più consapevoli, i bianconeri feriti dai due punti persi sabato ma con una grande mentalità e la capacità di sfruttare con cinismo gli episodi: è un derby d’Italia infuocato e all’insegna di uno stallo che può essere rotto, sì, ma con delle conseguenze che al triplice fischio potranno far pendere la lotta scudetto da una parte o dall’altra. Ma allora, chi accoglierebbe meglio un pareggio?

INTER – Nessuno in casa Inter si aspettava di arrivare allo scontro diretto al comando, visto la partita rinviata contro l’Atalanta e il calendario estremamente agevole della Juventus. La follia di Milik, però, riconsegna lo scettro a Inzaghi, e dovrà gestire dunque anche questo aspetto aggiuntivo, ci sarà pressione, una pressione diversa rispetto al fatto di dover inseguire per l’asterisco. Pareggiare vorrebbe dire restare davanti di un punto, sapendo di poter portare a quattro il margine nel giro di poche settimane, perdere comunque non vorrebbe dire cedere la vetta in modo definitivo, vincere invece sarebbe forse una mazzata da cui la Juve non si riprenderebbe: +4 subito, +7 potenziale, la Champions da affrontare con più tranquillità. Insomma, bel dilemma per Simone…

JUVENTUS – Allegri ha predicato calma, ma sa che lo scivolone con l’Empoli è un’arma a doppio taglio. Negativa, certo, perché sono stati persi due punti nonché la vetta provvisoria, e in caso di sconfitta al Meazza si scivolerebbe a meno quattro con una partita in più. Positiva, d’altro canto, perché arrivarci non da capolista toglie un po’ di pressione a una squadra che ha dimostrato di saper giocare con grande concentrazione, di essere sul pezzo, ordinata, compatta. Le partite con Napoli, Roma e soprattutto Milan al Meazza ne sono testimonianza. Il colpaccio per 1-0 anche contro la ‘favorita per lo scudetto’ sarebbe la chiave di volta della corsa per il titolo, ma un pareggio non sarebbe certo da buttar via. Anche perché una sconfitta produrrebbe un contraccolpo non solo in chiave classifica a livello di punti, ma spezzerebbe forse quella sana illusione di poter davvero lottare per qualcosa in più di quel quarto posto che continua a essere un (falso) mantra per Allegri.

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