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La Juventus crea tanto ma spreca, regala e perde ancora a Napoli: la decide ancora Raspadori

Giacomo Raspadori
Giacomo Raspadori, Napoli - Foto Antonio Balasco

Una Juventus sperimentale, infarcita di giovani a causa delle tante assenze, ingenua e sprecona, gioca forse la miglior partita del 2024, di sicuro la migliore stagionale in un big match, ma ancora una volta al Maradona non si passa: quinta sconfitta consecutiva in casa del Napoli per i bianconeri, sempre fragilissimi in difesa, un mutamento incredibile a distanza di poche settimane da quella che sembrava una corazzata dietro fino a quella partita contro l’Empoli che ha fatto da spartiacque. Da spartiacque, per gli azzurri, invece, la scelta di chiamare Calzona al posto di Mazzarri: è tornato un gioco quantomeno sulla falsariga di quello di Spalletti, di cui era vice, sono arrivate le vittorie, e la Champions è difficile ma non è più un miraggio nel giro di due settimane.

Una partita strana, molto strana, quella di stasera, perché la Juventus, nonostante le assenze di Rabiot e McKennie, pesantissime in questa fase della stagione, e della leadership di Gatti e Danilo, giocano in modo spavaldo nel primo tempo e costruiscono tre palle gol nitide con Dusan Vlahovic, che però stasera è in serata no e le cestina una dopo l’altra. Prima la più complessa di testa, e gliela si può perdonare, poi la seconda, in cui prende il palo con lo scavetto e c’è un po’ di sfortuna, mentre la terza, che arriva dopo il gol bellissimo di Kvaratskhelia, frutto di un enorme cinismo stasera degli azzurri, è davvero clamorosa: manda alle stelle a tu per tu con Meret, e la partita cambia, perché si va all’intervallo col Napoli in vantaggio e nella ripresa per provare a scardinare la retroguardia partenopea Allegri può soltanto mandare in campo giovani o giovanissimi: dentro Yildiz per l’attacco a tre che riporta Chiesa nella sua posizione preferita, dentro Nonge in mezzo al campo.

E nel finale, gioie e dolori: lo stesso Chiesa, più a suo agio sull’esterno, convergendo in area e calciando trova il gol del pareggio all’81’, ma Nonge è l’autore del fallo in area che non sfugge al Var. Primo rigore contro la Juve, lo sbaglia Osimhen ma Raspadori, che lo scorso anno violò lo Stadium nella vittoria che di fatto diede lo scudetto alla squadra di Spalletti, è il più lesto nella ribattuta. Svagati i bianconeri che avrebbero potuto valorizzare la parata di Szczesny. Due gol presi per la terza partita di fila, sei partite di seguito senza la rete inviolata: sta tutta qui la flessione della Juve, che perde la terza partita nelle ultime sei, lasso di tempo in cui ne ha vinta appena una, e ora deve comunque guardarsi le spalle, innanzitutto dal Milan, ma anche da Bologna e Roma che stanno correndo a velocità opposta. Un fatto, questo, che rende più ardua la rimonta Champions del Napoli: la vittoria di stasera, forse non del tutto meritata, può dare un booster importante, ma bisognerà continuare a vincere da qui a fine maggio.

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