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Juventus, un segnale da scudetto per l’Immacolata: Napoli all’ultima chiamata

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri, Juventus - Foto LiveMedia/Tiziano Ballabio

Nel giorno dell’Immacolata, mentre milioni di italiani montano l’albero e allestiscono il presepe, Juventus e Napoli si danno appuntamento a Torino, forse persino sotto la neve, per una delle partite più importanti di questa stagione. I bianconeri, infatti, seppur senza mai convincere davvero del tutto, con una serie di assenze e l’impossibilità o quasi di schierare una formazione tipo, oltre che con un rendimento ondivago dei big, sono lì, a -2 dello scudetto, e ancora una volta giocano prima dell’Inter, potendo issarsi in vetta per almeno una notte in caso di vittoria. Frutto del lavoro di Allegri, che sta spremendo fin qui il potenziale a propria disposizione, con un’impostazione ultra conservatrice che sta dando i propri frutti. Dopo il buon pari con l’Inter e la vittoria fuori copione di Monza, per questa Juve sarebbe un segnale clamoroso battere i campioni d’Italia in carica e soprattutto farlo cinque giorni dopo lo 0-3 inflitto dai nerazzurri al Maradona.

Ecco, proprio l’umiliazione – nel punteggio, non nel gioco in cui è stata concretamente partita alla pari – rimediata dall’Inter rischia di essere spartiacque della stagione degli azzurri. Squadra e ambiente si stanno ormai rassegnando a scucire subito il tricolore dal petto, e la colpa non è certo di Mazzarri, che è arrivato e si è trovato l’Atalanta (vinta) e poi Real Madrid e Inter, semifinalista e finalista della scorsa Champions. E che dire poi dei precedenti del mister di San Vincenzo con il suo compaesano: tante sconfitte, così come tanti sono i bocconi amari contro la Juve. Ma è l’ultima chiamata per i partenopei: o si vince, ridando vigore alle proprie ambizioni, o la stagione può precipitare.

E allora, Juve-Napoli si arricchisce di un nuovo capitolo: dopo una serie di trionfi bianconeri, negli ultimi anni è arrivato qualche blitz partenopeo. Per chi vince si aprono scenari importanti, anche se la classifica è ben diversa, perdere rischia di essere una batosta niente male e il pareggio essere ulteriormente visto dalle rivali come un segnale di resa.

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