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Juventus, ennesimo tonfo e il quarto posto è solo una boutade. Monza show, come la Samp 2013

Raffaele Palladino
Raffaele Palladino, Juventus - Foto LiveMedia/Nderim Kaceli

In pochi giorni è crollato il mondo addosso alla Juventus. A vanificare la grande rimonta con le otto partite vinte di fila, prima il ko col Napoli, che ci poteva stare anche se non nelle proporzioni, poi il pari con l’Atalanta, anche questo un risultato accettabile in fin dei conti, ma perdere anche col Monza dimostra come la reazione all’altro duro colpo che era arrivato nel frattempo, la penalizzazione di quindici punti in classifica, non c’è stata. Il Monza era stata l’ultima rivale prima della stangata in Tribunale, era Coppa Italia e arrivò un 2-1 sofferto. Del resto, la squadra di Palladino non è più una sorpresa ma una solida realtà. Vittoria all’andata, vittoria al ritorno: ci riuscì la Sampdoria per l’ultima volta, era il 2013. Dieci anni dopo, i brianzoli riscrivono la storia, perché con questo successo balzano a quota 25 in classifica e sono praticamente salvi e metà del primo campionato di Serie A della loro storia: e chissà che Berlusconi, speriamo di no, non voglia mantenere certe censurabili promesse…

Ma è in casa Juventus che bisogna soffermarsi sui tanti problemi di questa squadra che fatica maledettamente ad avere un filo conduttore e a trovare continuità negli undici in campo. Allegri sembra voler sperimentare troppo, fare e disfare non aiuta se non hai certezze e giochi con una scimmia sulle spalle che ti ha fatto sprofondare dal secondo posto in classifica alla zona destra non troppo sopra la retrocessione. E’ vero, ci sono delle assenze non trascurabili, Pogba appena tornato ma non a disposizione, Vlahovic che entra ma non può incidere, Chiesa con una piccola ricaduta, persino Milik che si fa male e lascia i suoi in dieci. Di Maria non brilla, quantomeno non si fa espellere come all’andata, Bremer è ingenuo sia in difesa che in attacco come nel caso del gol annullato. E Ciurria e Dany Mota vanno a nozze sul gioco costruito dal loro allenatore, che mostra i limiti di una squadra, parliamo della Juve, fatta di tante figurine al momento. Credere al quarto posto in casa Juventus non ha più senso, è solo una boutade, un punto in due partite dopo la penalizzazione è troppo poco come reazione psicologica al netto di una possibile revoca del -15: a questo punto, meglio pensare a Europa League a Coppa Italia per non ripetere una stagione da zero titoli.

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