Serie A

Inter, Marotta su Lukaku: “E’ il passato, polemica sterile sulla quale non vogliamo cadere”

Marotta e Zanetti
Marotta e Zanetti - Foto LiveMedia/Nderim Kaceli

L’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, in occasione del Festival dello sport a Trento, è tornato a parlare del controverso caso relativo a Romelu Lukaku: Ormai fa parte del passato, quando si vive un rapporto di fiducia può diventare una grande delusione. Fa parte di chi è nello sport, uno sport in cui il dio denaro la fa da padrone, ma per quanto riguarda l’Inter fa parte di un passato nel quale non voglio entrare. La panchina di Istanbul ha pesato? Non credo ma è liberissimo di dirlo. Accettare una proposta importante come quella dell’Inter non può dipendere da un momento. C’era grande fiducia, non c’è una componente societaria che gli abbia mancato di rispetto, è una polemica sterile sulla quale non vogliamo cadere“.

Sulla possibile contestazione nei confronti del belga: Ho sentito dell’iniziativa dei fischietti, consideriamola una situazione da gestire bene. Dobbiamo avere la capacità di vivere il presente concentrando le nostre forze, se i tifosi si lasciassero andare a questa cosa potrebbe essere una distrazione. Ma il tifoso ha diritto di criticare in modo civile qualsiasi cosa avviene sul rettangolo di gioco, è una libera scelta che deve essere accettata”.

Marotta ha poi parlato anche della lotta su più fronti di questa stagione: Io credo che per la lotta allo scudetto siamo altamente competitivi, questo rappresenta l’atto in cui il migliore arriva primo, è una corsa a tappe. Champions? Vincerla sarebbe un motivo di soddisfazione straordinaria, sarebbe una fonte di emozione per tutti gli interisti ma essendo realista credo sia abbastanza difficile. In Champions non sempre i più forti vincono, ci sono degli altri fattori che la rendono, per certi versi, quasi più facile”.

Viviamo un momento positivo, la continuazione di un ciclo. Possiamo giocare da protagonisti e le prestazioni ci pongono nel ruolo di autorevoli protagonisti della stagione. Spesso in passato si parlava di Inter pazza, nel DNA ci sono anche situazioni altalenanti. In una stagione ricca di impegni, tra club e nazionali, è normale che ci siano dei cali di tensione che devono essere gestiti dallo staff tecnico”, ha aggiunto il dirigente nerazzurro.

Una battuta anche sull’addio di Roberto Mancini alla Nazionale Italiana: Sono rimasto amareggiato, non immaginavo ci abbandonasse perché ritenevo potesse continuare con la Nazionale. Ho accolto con grande soddisfazione l’arrivo di Spalletti, l’ho visto molto carico, partecipe e con quei sentimenti nazionalistici che servono per allenare la Nazionale. Avrebbe guadagnato molto di più in un club. E’ un allenatore capace e lo ammiro nonostante abbia vissuto alcuni momenti critici proponendo il suo avvicendamento alla società, ma il suo contributo è stato importante in una Inter che aveva difficoltà, il suo lavoro è stato propedeutico per arrivare allo scudetto. Lo considero una grande persona e sono un suo estimatore”. 

Lo sport è universale, è normale che nel corso della storia si manifestino fenomeni come questo. Adesso sta sorgendo questo fenomeno arabo, che in questa stagione ha portato grandi vantaggi finanziari ai club europei, ma valutazione la dobbiamo fare dopo due stagioni perché dal punto di vista della competitività si rischia di impoverire i nostri campionati. Il prodotto, diventando più povero, porta i broadcaster a non dare i soldi che portano al punto di rottura”, ha concluso Marotta.

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