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Il Milan non si ferma: a Verona 1-3 come a Praga, alla sosta Pioli consolida il secondo posto

Esultanza Milan
Esultanza Milan - Foto Alessio Marini / IPA Sport / IPA

Dieci punti recuperati alla Juventus in undici giornate, e così per il Milan una stagione di fatto fallimentare tra dicembre e gennaio, con il rischio di scivolare fuori dalla zona Champions e con la stessa eliminazione dalla coppa più importante, si sta pian piano trasformando in un’annata che può regalare delle soddisfazioni da qui alla fine. In modo persino sorprendente, visto che nelle ultime cinque sono arrivate cinque vittorie, e il brutto ko di Monza è solo un ricordo lontano e un incidente di percorso in questi ultimi due mesi di rinascita. I numeri lo testimoniano: con l’1-3 contro il Verona il Milan ha 62 punti, nell’anno dello scudetto erano 63 dopo ventinove giornate. Pioli si gode il momento, si tiene stretta la panchina e prepara un gran finale di annata: c’è in ballo la possibilità di arrivare al secondo posto (ora +3 sulla Juve), qualificandosi così anche per la Supercoppa Italiana, resta anche da evitare lo scudetto dell’Inter festeggiato nel derby, e poi c’è una campagna europea che vuole concludersi a Dublino inserendo in bacheca una coppa mai conquistata nella storia del Diavolo.

La partita è scorbutica per il Milan, e c’era da aspettarselo, visto che il Verona viene da due vittorie di fila per 1-0, proprio come i rossoneri, ed è uscito, nonostante una rosa smembrata a gennaio per i problemi societari, dalla zona retrocessione. A tirare il Milan fuori dal pantano di una partita intensa, sporca e senza troppi spazi, è Theo Hernandez, con un gol dei suoi: meravigliosa la sua sgroppata, rimpalli che non sono solo fortuna ma anche voglia e potenza, poi la freddezza sotto porta: è 0-1 prima dell’intervallo e per Pioli non poteva esserci notizia migliore. Anche se, puntualmente, arriva l’infortunio: Kalulu, appena rientrato da un lunghissimo stop, è costretto a fermarsi ancora anche se non sembra nulla di troppo preoccupante. C’è un’altra nota negativa: Theo Hernandez viene ammonito per una incomprensione con la panchina scaligera, il giallo è eccessivo e pesante, perché il francese salterà per squalifica la Fiorentina.

Nel secondo tempo, Pulisic sembra chiuderla: è suo il gol numero 5000 in Serie A della storia del Milan, è 0-2 e la squadra rossonera pare metterla in ghiaccio. Lo stesso statunitense, però, cestina il facile tris e praticamente nell’azione successiva arriva il grandissimo gol di Noslin, l’altro Tijjani oggi in campo insieme a Reijnders, e la partita si riapre all’improvviso. Può chiuderla Leao, ma decide di interpretare la versione svogliata e che vede pochissimo la porta, e infatti manda fuori a tu per tu con Montipò, costringendo poi gli ospiti a dover gestire il punteggio fino al capolavoro di Chukwueze che sugli sviluppi da corner calcia al volo dalla distanza e trova l’angolino per l’1-3. Come a Praga, anche al Bentegodi: il punteggio viene replicato e arriva un’altra vittoria che rende sempre più preziosa una stagione che pareva fallimentare: il secondo posto ora è il vero obiettivo, anche perché vale la Supercoppa Italiana l’anno prossimo, dopo la sosta ci saranno 3 punti da gestire e un’Europa League, a cominciare dal derby contro la Roma ai quarti, da aggredire fino a Dublino.

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