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Antonio Mirante, 40 anni e Juventus nel destino. Quando il terzo portiere si riaffaccia nel big match

Antonio Mirante Milan
Antonio Mirante - Foto LiveMedia/Phs Agency/PHS

A qualche tifoso milanista sarà venuto in mente il febbraio del 2008, vigilia di Arsenal-Milan. Dida era ko, Kalac si era lussato il dito e l’unica alternativa sembrava essere Valerio Fiori, 39 anni e nessuna presenza in Champions League. Se l’emergenza portieri di oggi non evoca direttamente quel ricordo è solo perché il gigante australiano strinse i denti e scese in campo con il dito ‘steccato’. Roba da amarcord. Diverso è un infortunio muscolare, quello che costringe Marco Sportiello a non poter sostituire lo squalificato Mike Maignan in Milan-Juventus. Nello scontro diretto tra prima e terza della classe tocca, stavolta sì, al terzo portiere. Antonio Mirante, 40 anni, non gioca titolare dall’aprile 2021 quando vestiva la maglia della Roma. Con la maglia del Milan invece un solo minuto di gioco nel finale della scorsa stagione contro il Verona. “Antonio è un portiere affidabile, ha doti morali e tecniche”, ha detto di lui Stefano Pioli. Peraltro per Mirante sarà un appuntamento da ex visto che nella stagione 2006/07 fu il vice di Gianluigi Buffon in Serie B.

Non è di certo il primo terzo portiere che si trova chiamato in causa in un big match. Anzi, c’è anche chi, arrivato come terzo nella gerarchia, si è ritrovato passo dopo passo nelle vesti di titolare. Il caso di Marco Ballotta che a 42 anni scalzò Fernando Muslera e Tommaso Berni tra i pali, accumulando 39 presenze, 8 delle quali in Champions League. Sempre a Roma nel 2009 fu il turno di Julio Sergio, il “terzo portiere più forte del mondo” come lo aveva ribattezzato Spalletti, che affidò al brasiliano una sola maglia da titolare: nel giorno del suo addio alla panchina. In Roma-Juventus toccò proprio al classe 1978, alto 1.87 con un peso di 82kg. La Roma perse, ma Julio Sergio fece una gran prestazione e non abbandonò più la porta, arrivando anche a sfiorare lo Scudetto da titolare. Non andò meglio, in giallorosso, a Bogdan Lobont, terzo di Stekelemburg e Goigoechea, chiamato a prendere parte alla finale di Coppa Italia contro la Lazio, decisa dal gol di Lulic sugli sviluppi di un cross che il romeno non riuscì a leggere bene. E più recentemente, proprio in casa Milan, fu Antonio Donnarumma, fratello d’arte, a scendere in campo nel derby contro l’Inter valevole per i quarti di finale di Coppa Italia nel 2017. Gigio e Storari erano indisponibili, ma nonostante il doppio forfait a vincere furono i rossoneri. Un precedente favorevole in vista di una sfida cruciale.

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