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Abraham o Belotti? Mourinho col dubbio centravanti per il rush finale

Tammy Abraham
Tammy Abraham, Roma - Foto LiveMedia/Fabrizio Carabelli

Se ci si dovesse affidare ai precedenti, non ci sarebbero dubbi. Andrea Belotti alla Sampdoria ha segnato nove gol in carriera in Serie A e quella blucerchiata è la sua vittima preferita al pari del Sassuolo. Alla vigilia del match dell’Olimpico, però, la Roma di dubbi ne ha e non sono pochi. Dopo la sosta le chiavi dell’attacco possono finire nelle mani di Belotti, titolare contro Lazio e Real Sociedad, o di Abraham, che deve trovare continuità in una stagione sotto le aspettative. Il Gallo non ha ancora segnato in campionato, mentre è a quota 4 tra Europa League e Coppa Italia. Abraham è fermo a 6 gol in campionato, pochi per chi nella scorsa stagione si è ritrovato a trascinare la squadra su due fronti. Nel rush finale Mourinho spera di ritrovare entrambi. “Se Tammy e Belotti lavorano bene per la squadra, per me è sufficiente”, aveva detto lo Special One sui pochi gol dai centravanti. Tutto vero, ma servono reti per rincorrere la Champions e il sogno della finale di Budapest. Abraham scalpita e sembra essere in rimonta su Belotti. Per entrambi il futuro è tutto da scrivere. Le offerte dalla Premier League per l’ex Chelsea non mancano, mentre il Gallo ha il contratto in scadenza. Due mesi decisivi per cambiare il verso di una stagione e per schiarire il futuro di due giocatori che finora non hanno fatto bella figura in regime di concorrenza. Nella scorsa stagione Abraham era il titolare indiscusso e non ha mai rischiato il posto con i soli Shomurodov e Afena Gyan in panchina. Lo stesso si può dire per Belotti, abituato ad indossare i panni del leader tecnico nel Torino. Si allaccia anche a loro quel discorso di Mourinho di inizio stagione sulla concorrenza: “I calciatori devono accettarla”. Adesso è arrivato il momento di rispondere presente. La Roma si presenta contro la Samp in emergenza in difesa. Fuori per squalifica Mancini, Ibanez, Kumbulla e persino Cristante, che nell’era Fonseca si adattò nei tre arretrati. Spazio a Smalling (100esima presenza in giallorosso in A), Celik e Llorente.

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