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1 gol in 4 partite per la Juventus che rallenta ancora: il Toro di Juric ferma Allegri nel derby della noia

Kenan Yildiz
Kenan Yildiz, Juventus - Foto Nderim Kaceli/IPA Sport

Alla fine, nel derby della Mole vince la noia. Una grandissima occasione per parte, con Vlahovic che colpisce il palo in modo abbastanza clamoroso, con Sanabria che trova nel secondo tempo il solito super Szczesny sulla sua strada, per il resto una partita sporca, con tanti contrasti, un po’ di nervosismo, muscoli ovunque e pochi passaggi, ancor meno qualità. Se il Torino può comunque evitare la sconfitta, visto che nelle ultime tre in casa erano arrivati altrettanti ko che avevano ferito il popolo granata, peraltro con l’undicesimo clean sheet casalingo, il sedicesimo stagionale, la Juventus di questo pareggio, al di là di una prestazione meno negativa rispetto ad altre occasioni, se ne fa ben poco: certifica l’impossibilità aritmetica di vincere lo scudetto, ferma la striscia di partite in gol all’Olimpico-Grande Torino (erano quindici partite di fila), fa sfumare ormai ogni chance di secondo posto e mette di nuovo un po’ a rischio il piazzamento Champions, visto che le altre possono approfittarne tra oggi e lunedì. La magra consolazione per Allegri, che anche nelle parole di Giuntoli, leggendo tra le righe, non sembra poi così saldo sulla panchina, è di aver portato a 18 le partite consecutive da imbattuta nel derby per la Juventus, è la più lunga di sempre. Al contempo, però, dopo sedici anni la Juventus non segna al Torino: era il 2008, finì 0-0. Un altro dato poco lusinghiero su questo finale di stagione davvero deludente, ma con la Coppa Italia ancora in ballo, della Vecchia Signora.

Primo tempo in perfetto stile derby della Mole: pochissimi spazi, ritmi accettabili, intensità e gioco maschio, così è dura creare palle gol, se poi quando ne arriva una nitida Vlahovic decide di cestinarla clamorosamente colpendo il palo da un metro a porta vuota, allora è chiaro che diventa sempre più complicato sbloccarla. Lo stesso attaccante serbo ha un’ulteriore chance, calcia però largo incrociando, mentre fa discutere il possibile pugno di Zapata ai danni di Gatti, che rimane a terra e protesta, ma le immagini non fanno chiarezza in modo inequivocabile. E’ questo l’aggettivo per descrivere anche la parata, eccezionale, sul colpo di testa di Sanabria, gran gesto tecnico del paraguaiano, intorno all’ora di gioco, a suggello di un quarto d’ora della ripresa tutto di marca granata. Tanto coraggio per la squadra di Juric e i ragazzi di Allegri, come spesso capita e come visto, per esempio, con la Fiorentina (ma era 1-0) si chiudono a riccio dietro faticando a ripartire. E subiscono anche una clamorosa palla gol, con Sanabria che stacca alla grande di testa e trova il solito Szczesny a dire di no. La confusione lascia spazio alla noia, che lascia ancora spazio alla confusione: nell’ultimo quarto d’ora non succede nulla e il pareggio è forse quasi accettato da tutte e due, senza troppi rimpianti, ma senza che a livello di classifica serva davvero a qualcosa.

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