Calcio

Risultati e comunicazione: ecco perché Massimiliano Allegri non fa più al caso della Juventus

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri, Juventus - Foto Antonio Balasco

Guardie e ladri, cavalli con i paraocchi, Sinner e Djokovic sono solo un ricordo sbiadito e lontano. Oggi, per Massimiliano Allegri, è un pareggio importante perché “abbiamo guadagnato un punto al Bologna e abbiamo tenuto l’Atalanta a distanza”. Ma l’allenatore della Juventus dopo tre anni di insuccessi, record negativi (come il girone di Champions League dello scorso anno) e di finali perse (le due con l’Inter in Supercoppa e Coppa Italia) può esprimersi in questa maniera? La Juventus è il club con più tifosi in Italia, ha una storia centenaria e un motto indiscutibile: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Che era anche lo spirito incarnato dalla Juventus del primo Allegri, quello che “Ci sarà un motivo se a vincere sono sempre gli stessi? Dio santo Dio”. 

Ma da quella frase Allegri non vince più. Non solo, ma il suo allenatore parla di quarto posto, di mantenere le distanze sul Bologna di Thiago Motta. Nelle ultime sette partite i bianconeri hanno vinto solamente contro il Frosinone al minuto 95′ con Rugani. Un tracollo davvero difficile da spiegare. “L’anno prossimo torneremo a lottare per lo Scudetto”, diceva l’allenatore livornese nel bel mezzo della tempesta dello scorso anno dove, da gennaio in poi, successe tutto e il contrario di tutto con penalizzazioni sì, penalizzazioni no.

E a tal proposito c’è un dato molto semplice da analizzare: dopo 28 giornate di campionato la Juventus ha un punto in meno rispetto allo scorso anno (58 vs 59) con l’aggravante di non aver giocato nessuna partita europea mentre l’anno scorso la Juventus prima giocò in Champions League (facendo il peggior girone della storia della Juventus) e poi arrivò in semifinale di Europa League. In più il discorso penalizzazione che chiaramente è stato difficile da gestire. Nonostante tutto ciò la Juventus quest’anno ha un punto in meno. Con gli stessi giocatori e con lo stesso allenatore. Come può essere giudicato un campionato del genere? Buono perché la Juventus arriverà tra le prime quattro e terrà a distanza il Bologna e l’Atalanta? Qualcuno lo farà, ma andrà contro i dati che sono sotto gli occhi di tutti. Alla Juventus serve aria nuova. Un volto nuovo, una comunicazione nuova. Perché il calcio ha preso una via molto precisa, guidata dalla modernità e dal gioco. La Juventus di Allegri invece è rimasta ferma. 

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