Coppa Italia

Salvare la stagione (e non solo): Allegri cerca la finale di Coppa Italia, la Lazio prepara la rimonta sulla Juventus

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri, Juventus- Foto Nicolò Campo/IPA Sport

Qualcosa per cui lottare. E’ questa l’estrema sintesi del ritorno tra Lazio e Juventus in Coppa Italia, dove le due squadre replicano il loro ruolo in campionato anche nella coppa nazionale, visto che in Serie A i bianconeri difendono una posizione di vantaggio (al momento il terzo posto e dunque il pass per la prossima Champions) nei confronti dei biancocelesti, che inseguono disperatamente il piazzamento tra le prime cinque, e anche questa sera giocano per difendere il 2-0 maturato all’andata, che mette inevitabilmente in pole per raggiungere la finale la squadra di Allegri. L’unica vittoria con due gol di scarto nel giro di tre mesi per la Juve è arrivata proprio contro allo Stadium tre settimane fa, nella partita più importante, visto che adesso a Roma la Vecchia Signora può gestire, che è la cosa che le riesce meglio, e può persino permettersi una sconfitta col minimo svantaggio. Per i biancocelesti, dunque, sarà quasi un’impresa: segnare due gol senza subirne per i supplementari, segnarne tre in più dei rivali per volare in finale, a una squadra che fa (o meglio, faceva) della tenuta difensiva la propria mission principale.

In sostanza, per entrambe, superare il turno vuol dire salvare la stagione, oltre a qualificarsi per la Supercoppa Italiana del prossimo anno. Non è poco, visto l’andazzo. In verità, la Lazio ha poi cinque partite per provare a rimontare in chiave Champions, o almeno per prendersi il pass per l’Europa League, che a questo punto è l’obiettivo minimo. Con Tudor, tra alti e bassi, la squadra sembra credere nella possibilità di fare filotto da qui alla fine e quell’inizio con vittoria al 93′ proprio sulla Juve in campionato sta lì a testimoniarlo. Per i bianconeri, invece, non c’è soltanto questa stagione da salvare, ma più in generale l’intero Allegri-bis: tre anni senza trofei da quando è tornato il mister livornese, sono un macigno sulle spalle dell’allenatore ormai ai ferri corti (ed è un eufemismo) con la tifoseria, e  che sembra destinato a salutare a fine stagione nonostante l’ultimo anno di contratto. Farlo con la sesta finale in carriera e con eventualmente un trofeo, che lo renderebbe il più vincente nella coppa nazionale a quota cinque trionfi, potrebbe essere un buon modo per andar via non cancellando del tutto il ricordo che i tifosi avevano della sua prima fantastica gestione.

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