Champions League

Roma e Bayer, un anno dopo è cambiato tutto: più autostima e gol per la squadra di Xabi Alonso

Xabi Alonso
Xabi Alonso, Bayer Leverkusen - Foto ddp/IPA

Forse è nato proprio in quel frustrante assalto impantanato sullo 0-0 contro la Roma di Mourinho lo storico Bayer Leverkusen di Xabi Alonso. La delusione per l’eliminazione alle porte della finale di Budapest, unita alla consapevolezza di una prestazione importante, ha rappresentato il viatico per una nuova rivoluzione da zero, senza le scorie di quel penultimo posto ereditato dal tecnico spagnolo, capace di costruire la squadra perfetta dalle fondamenta di una rosa composta da calciatori ancora non sbocciati del tutto. Stasera (ore 21) Roma e Bayer Leverkusen tornano a sfidarsi in semifinale di Europa League, ma in un anno è cambiato tutto. Non c’è più Josè Mourinho, che sul gol di Bove all’Olimpico decise di costruire una barricata impenetrabile per un Bayer ancora acerbo, bello da vedere, ma con un una bacheca vuota e con tutto quel che può comportare giocare per un club che da vent’anni si porta dietro l’appellativo di ‘Neverkusen’. Sulla panchina giallorossa oggi c’è Daniele De Rossi, che si è soffermato proprio sui benefici della vittoria della Bundesliga: “Oggi è una squadra completamente diversa da quel Leverkusen, che era meno pericoloso negli ultimi metri e aveva meno consapevolezza di sé stesso. Basta vederla per capire che è una squadra diversa da quella semifinale, oggi è nettamente più forte”. Merito di Xabi Alonso, da poco diventato il nono tecnico ad essersi laureato campione di Germania sia da allenatore che da calciatore dopo Hansi Flick, Niko Kovač, Thomas Schaaf, Matthias Sammer, Franz Beckenbauer, Felix Magath, Jupp Heynckes e Helmut Benthaus. Una buona compagnia per un allenatore che ha guidato in prima persona la pianificazione, affidandosi ad alcuni acquisti chiave. A partire da Granit Xhaka, che ha regalato al Bayer un mix di ordine e qualità decisivo ai fini del successo in Bundesliga, fino a Victor Boniface, prelevato dall’Union Saint Gilloise e capace alla prima stagione di risolvere quel problema gol che aveva attanagliato gli attaccanti della scorsa annata. Ma l’elenco è ancora più lungo: Stanisic, Grimaldo, Tella, Hoffmann. Senza dimenticare il salto di qualità di chi in rosa già c’era, con un esempio eloquente: Florian Wirtz, che all’esordio con la maglia numero 10 dietro le spalle ha realizzato fino ad ora 17 gol e 19 assist. Xabi Alonso riparte da lui in questo primo round allo stadio Olimpico, dove sono attesi oltre 65.000 spettatori. Polverizzati tutti i biglietti, da quelli standard, a quelli hospitality (dagli 800 euro in su). Daniele De Rossi recupera Lukaku e Smalling, ma anche Pellegrini, che martedì si è allenato a parte per gestire un po’ di fatica. Mancherà Celik per squalifica e al suo posto è ballottaggio tra Karsdorp e Llorente. Un dubbio tra difesa a 4 o a 3. Contro De Zerbi e Pioli, De Rossi ha stravinto il duello tattico e ora sogna di farlo anche contro Xabi Alonso. In comune hanno non solo il ruolo da calciatori e un Mondiale in bacheca (in Germania per DDR, in Sudafrica per lo spagnolo), ma anche un allenatore in famiglia. Papà Alberto per Daniele, Miguel Ángel per Xabi. Il sogno della terza finale europea consecutiva in casa Roma passa inevitabilmente per il confronto tra due ex campioni del mondo.

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