Champions League

Milan-Newcastle, l’analisi tattica: i due terzini larghi e non dentro al campo, Loftus annulla Guimaraes

Theo Hernandez
Theo Hernandez, Milan - Foto LiveMedia/Gianluca Ricci

Il Milan spreca una grande occasione e fa solo 0-0 con il Newcastle. All’esordio in Champions League 2023/2024 i ragazzi di Stefano Pioli giocano una buona partita, mancano diverse occasioni da gol e non riescono a portare a casa tre punti fondamentali per la qualificazione visto il girone tutt’altro che semplice. Ma a San Siro si sono viste cose diverse anche dal punto di vista tattico, con posizioni – soprattutto nella fase offensiva – che quest’anno non si erano ancora viste.

L’ANALISI TATTICA DI MILAN-NEWCASTLE

Entrambe le squadre giocano a specchio, 4-3-3. Ma Pioli decide subito per una variazione importante rispetto alle prime quattro giornate di campionato. I terzini Calabria e Theo Hernandez, in fase offensiva, non vengono dentro al campo a ricoprire il ruolo di mediani ma stanno larghi e spingono sull’esterno. Nel primo tempo il gioco si orienta prevalentemente a sinistra con il bel duello tra Theo Hernandez e Trippier. Mentre nella ripresa con Florenzi, al posto di Calabria, il Milan attacca prevalentemente a destra anche per via dello spostamento sull’esterno di Isak che in fase difensiva non dà nessun apporto e quindi lascia praterie importanti per Florenzi. Proprio da un cross dell’esterno rossonero nasce la più grande palla gol della ripresa con Leao che di testa non riesce a far male. Solamente in un’occasione per tempo il terzino viene dentro al campo: nel primo tempo Theo Hernandez riceve palla al centro e parte in progressione saltando due persone e viene atterrato. Nella ripresa un bell’inserimento di Florenzi che lo porta alla conclusione, uscita male e larga.

Pioli sceglie Loftus Cheek per arginare Bruno Guimaraes. Un duello ruvido, ma corretto, a tutto campo con il centrocampista rossonero che prevale sia per fisicità che per tecnica, impedendo qualsiasi azione individuale al portoghese che infatti si vede soprattutto in fase difensiva rispetto a quella offensiva. Il Milan gioca con la difesa alta e in quelle pochissime occasioni in cui gli inglesi provano a ripartire ci pensa Fikayo Tomori in versione deluxe a spegnere qualsiasi malsana idea. Al centrocampo rossonero manca lo spunto, cosa che avviene con l’entrata di Reijnders e di Musah che due-tre volte saltano l’uomo e riescono a creare superiorità numerica e a creare occasioni importanti. Chukwueze gioca un primo tempo scolastico, elementare, anche perché sulla destra si gioca poco. Con l’ingresso di Florenzi invece l’esterno nigeriano si accende, comincia a toccare più palloni e sembra essere entrato nel vivo nel gioco, ma Pioli poi lo sostituisce con Pulisic lasciando in campo un Leao indolente e a tratti anche irritante. Alla fine è 0-0, un risultato che non sta bene al Milan. Ma sicuramente una base su cui ripartire dopo la sbandata del derby, non solo a livello di risultati, ma anche a livello tattico dove l’Inter ha esattamente fatto quello che voleva.

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