Calcio estero

Il retroscena di Benitez: “Dissi a Gerrard di stare attento al vino, ma intendevo ‘Wind’ e non ‘Wine'”

Rafa Benitez
Rafa Benitez, Celta Vigo - Foto LiveMedia/Ricardo Larreina/DPPI

Tra trofei e cadute, Rafa Benitez regala anche curiosi retroscena. Uno su tutti, quelli legati ai suoi discorsi ai tempi del Liverpool: “Il mio livello di inglese era base. Per farvi capire il contesto: ero in allenamento, c’era molto vento e volevo dire a Gerrard di stare attento con il vento (“wind”), ma pronuncio male e gli dico di stare attento al vino (“wine”)”. Nonostante le difficoltà linguistiche, riuscì a motivare i reds nella rimonta sul Milan in finale di Champions League:In quella finale siamo sotto 2-0, e stavo annotando sul mio quaderno quello che volevo dire nell’intervallo ai ragazzi, per fare bene il discorso, con una buona pronuncia, per motivarli. Ed è stato allora che abbiamo subito il terzo gol. Non me ne sono accorto. Allora gli dico che non abbiamo nulla da perdere e che non dobbiamo abbassare la testa. In pochi minuti abbiamo pareggiato e tutto è cambiato, è stato pazzesco. Ero fiducioso, ma non così tanto”. Racconta anche l’esperienza in Cina in piena pandemia: “Quando inizia la pandemia, veniamo in Spagna per fare il precampionato e torniamo quando è già in pieno svolgimento, con una maschera, facendo quattro o cinque lockdown… Poi passo 50 giorni a Hong Kong aspettando il visto e allenandomi in un parco con due giocatori svedesi, visto che non potevano entrare in Cina perché il loro visto era scaduto. Una volta entrato in Cina potevo uscire dall’hotel solo per allenamenti e partite. Nei primi giorni senza visto avevo la polizia alla porta dell’hotel e mi lasciavano del cibo su un vassoio. Alla fine ti ci abitui, ma non è l’ideale”.

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