Calcio estero

Dani Alves, ancora guai con la giustizia: denunciato in Brasile per plagio musicale

Dani Alves
Dani Alves, Brasile - Foto LiveMedia/Sebastian El-saqqa/DPPI

Dani Alves è adesso libero. Dopo aver pagato un milione di euro di cauzione per ottenere la libertà provvisoria, a causa del processo affrontato per un caso di violenza sessuale e per il quale è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere. Una dura battaglia giudiziaria in cui Inés Guardiola, il suo ultimo avvocato, è riuscita a evitare la sua continua carcerazione.

Per il brasiliano, però, si profila all’orizzonte un nuovo caso giudiziario. Nelle prossime settimane dovrà affrontare la giustizia brasiliana per un caso di… plagio musicale. Ebbene, secondo quanto riportato dai media del paese sudamericano, i compositori Giuliano e Thiago Matheus avrebbero denunciato l’ex calciatore per una canzone pubblicata qualche anno fa, dal titolo “Avião“.

Questa canzone era parte di un progetto delle Nazioni Unite per combattere la disinformazione nel mezzo della pandemia di COVID-19 e a quel lavoro, guidato dallo stesso Dani Alves, hanno partecipato altri artisti musicali come Carlinhos Brown, Fábio Jr., Nando Reis, Sandra de Sá e Roberta Miranda, i quali hanno un discreto seguito in Brasile. I due ricorrenti sostengono che l’ex calciatore “abbia escluso fraudolentemente i nomi dei veri ideatori”, ovvero loro. Un’accusa che assume toni ancora più gravi, poiché sottolineano che “l’ONU ha utilizzato un’opera di falsa paternità” in una campagna in cui, appunto, si battevano per porre fine alle fake news sulla pandemia.

Giuliano Matheus ha spiegato che nel 2016, ci fu un primo incontro con il calciatore e che successivamente gli avrebbe insegnato la canzone, al tempo ancora in fase di completamento e dedicata al nonno del compositore. Questo fatto, però, è smentito dalla difesa di Dani Alves: “L’opera è stata progettata solo ed esclusivamente da Daniel Alves. Il testo della canzone ‘Avião’ non ha nemmeno lontanamente a che fare con un omaggio al nonno di qualcuno. Vogliono arricchirsi illecitamente”.

 

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