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Il 2022 dell’Olimpia Milano: due titoli e tante difficoltà, ora la luce in fondo al tunnel?

Olimpia Milano
Olimpia Milano - Foto LiveMedia/Savino Paolella

Il 2022 dell’Olimpia Milano non lo si può certo considerare un anno banale. Due trofei, un cambio profondo di roster, una vera rivoluzione; e poi i risultati traballanti nella prima parte della nuova stagione. Ecco quindi un piccolo riassunto della stagione della formazione allenata da coach Ettore Messina, con qualche spunto in vista dei prossimi mesi.

Olimpia Milano nel 2022: i due titoli

La seconda metà della stagione 2021/2022 ha portato in dote due titoli. A febbraio è infatti arrivato il successo in Coppa Italia, con una netta vittoria su Tortona, la quale in precedenza aveva eliminato la Virtus Bologna. Proprio le Vu Nere sono state indubbiamente i rivali numero 1 per Datome e compagni. Un duello che non poteva che risolversi nella finale Scudetto, dopo che nella stagione regolare le due formazioni si erano divise la posta in palio, con una vittoria a testa. I meneghini partono benissimo, con una vittoria in trasferta, al PalaDozza, che indirizza inevitabilmente il titolo verso il capoluogo lombardo, blindato e confermato nei successivi tre confronti al Forum.

In Eurolega, invece, l’Olimpia Milano si è fermata ai playoff, battuta nettamente dall’Anadolu Efes di Istanbul per 3-1. Una serie condizionata irrimediabilmente dal brutto 48-64 in casa in gara-1, con il rammarico di non essere riusciti a trovare lo sprint finale dal 68-68 a tre minuti dal termine. La banda guidata da Larkin e Micic sarà poi arrivata a vincere il trofeo.

La nuova stagione: quante difficoltà!

La nuova stagione è cominciata con un obiettivo molto alto, per l’Olimpia Milano, il raggiungimento delle Final Four di Eurolega. Ciò ha comportato anche un drastico cambio di uomini nel roster. Ben nove i giocatori di prima linea che hanno lasciato, tra cui spicca sicuramente il “Chacho” Sergio Rodriguez. Dentro Brandon Davies, Deshaun Thomas, Naz Mitrou-Long, Kevin Pangos, Stefano Tonut, Billy Baron, Johannes Voigtmann e successivamente anche Timothé Luwawu-Cabarrot.

Alle difficoltà che solitamente si incontrano nell’amalgamare da zero un numero così elevato di nuovi volti, si sono aggiunti i numerosi infortuni. Non un’attenuante totale, ma sicuramente un modo per comprendere in parte il blackout totale dopo le prime settimane di Eurolega. Gioco latitante, nervosismo, mancanza di figure di riferimento, i nuovi che non si inseriscono ma in parte diventano essi stessi parte del problema. Insomma, un groviglio di grattacapi difficile da districare, e infatti arriva una serie incredibile di nove sconfitte consecutive in Europa.

Un saluto al 2022 in crescendo: finalmente la luce in fondo al tunnel per l’Olimpia Milano?

Poi, qualche segnale di ripresa, ma ancora troppo poco. Dopo sette partite perse, nella difficile trasferta di Atene contro il Panathinaikos Luwawu-Cabarrot si ritrova, nel finale di quarto quarto, con la palla che molto probabilmente sarebbe valsa la vittoria, sbagliando però tutto. Si va all’overtime, dove i greci hanno il sopravvento. Poi, la sconfitta anche contro il Maccabi. A sorpresa, arriva la vittoria in Serbia contro il Partizan di Belgrado, paradossalmente uno dei campi più difficili su cui giocare, specie in un momento di così grande difficoltà mentale.

Tornati al Forum, ecco la partita che è diventata emblema del tentativo di reazione dell’Olimpia Milano nel finale di 2022, ovvero quella contro il Monaco. Dopo aver toccato il -17, a quattro minuti dal termine della partita il tabellone dice 58-70. Nel mezzo, la celeberrima espulsione di Kyle Hines, protagonista di un’insolita sfuriata che viene da molti considerata il punto di svolta, il famoso “click” nella squadra milanese, che andrà però confermato nei prossimi mesi. Da lì, arrivano le triple di Hall, Melli, Ricci e Baron, per un parziale di 21-1 verso il 79-71 finale che sa quasi di leggenda.

L’ultimo incontro del 2022 ha visto l’Olimpia Milano ottenere un successo non facile ma meritato contro una squadra come Valencia, capace sia di subire parziali ma anche di farli, tornando spesso quasi alla parità grazie ad una serata da sogno per Bojan Dubljevic, che da una media di poco meno di 13 punti è riuscito a ricavare una partita da 26 punti.

Ora Davies, forse il vero uomo simbolo del cambio di marcia meneghino, e compagni sono attesi dal faccia a faccia contro la Virtus Bologna in campionato, e soprattutto dalle sfide a Olympiacos, ALBA Berlino e Zalgiris, nel giro di sette giorni. Sette giorni che diranno tanto sul futuro dell’Olimpia, che almeno è tornata a “solo” due vittorie dalla zona playoff.

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