Atletica

Atletica, Jacobs: “Voglio andarmene da Parigi da campione olimpico”

Marcell Jacobs
Marcell Jacobs - Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL

Non saremo mai al 100% perché c’è sempre qualcosa che succede e in più ci sono persone che si sentono sempre in diritto di poter dire la loro pensando che a noi non arriva niente di tutto questo, quando invece questa è la parte più difficile: cercare di estraniarsi da tutto, non vedere queste cose anche se poi è difficile far finta che non esistano”. Queste le dichiarazioni del campione olimpico Marcell Jacobs in un’intervista concessa ai micfrofoni di Sportmediaset dopo i Mondiali di atletica di Budapest, dove ha ottenuto l’argento nella 4×100 con Roberto Rigali, Lorenzo Patta e Filippo Tortu. Dopo aver mancato la qualificazione alla finale dei 100 metri, il secondo posto nella staffetta ha cancellato parzialmente la delusione: “Ho cercato di resettare, ho fatto una settimana in cui veramente non volevo più saperne niente, in cui volevo mollare tutto perché non stavo bene. Invece poi, da un giorno all’altro, ho capito che non potevo arrendermi in quel modo, dovevo continuare a spingere perché sapevo benissimo che questo non ero io e sapevo che potevo tornare a essere anche migliore rispetto a prima. Così mi sono rimesso in gioco, mi sono rimesso in linea sia a livello mentale che fisico – aggiunge -. Ho ricominciato ad allenarmi e a fare tutto quello che potevo fare per portare a casa il miglior risultato. Le persone parlano ma Tokyo non è stato un episodio, è stato un evento che ho costruito in anni di lavoro, di difficoltà, di infortuni, di problematiche e delusioni. Lì a Tokyo stavo bene, a livello mentale e fisico, non avevo problemi e riuscivo a essere me stesso”. E sul futuro:Il mio obiettivo è quello di arrivare a Parigi l’anno prossimo da campione olimpico e voglio andarmene da Parigi da campione olimpico nuovamente. Se arrivare al massimo della forma quando più conta significa perdere tutte le gare prima di un campionato del mondo o di un’Olimpiade io sono disposto a perdere tutte le gare prima di un campionato del mondo o di un’Olimpiade per vincere quelle competizioni”.

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