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Shelton-Djokovic, lo scontro generazionale vale la finale a New York. E il pronostico non è scontato

Novak Djokovic
Novak Djokovic - Foto Ray Giubilo

Se si guardassero soltanto i numeri, la sfida tra Ben Shelton e Novak Djokovic potrebbe anche non disputarsi. Basti pensare che se da un lato Nole ha vinto ben 23 slam, dall’altro il giovane statunitense ne ha invece *giocati* appena 5. Eppure c’è un motivo se i due scenderanno in campo nell’iconica cornice dell’Arthur Ashe Stadium per contendersi un posto nella finale degli US Open 2023. Il motivo è che nel tennis conta solamente vincere ed entrambi l’hanno fatto in cinque partite dello slam americano, l’ultimo stagionale. Nonostante il futuro numero uno al mondo abbia molta più esperienza e i favori del pronostico interamente dalla sua parte, non è così scontato che riesca a battere Shelton, o almeno che lo faccia con disarmante facilità.

Prima di addentrarci nel match che aprirà le danze sullo stadio più grande del mondo del tennis, è bene ripercorrere il cammino dei due giocatori a Flushing Meadows. Djokovic è partito con due vittorie nette ai danni di Muller e Zapata Miralles, poi è andato sotto di due set contro il connazionale Djere ma non si può dire che abbia veramente rischiato (soprattutto conoscendolo) tanto che ha vinto in rimonta al quinto come se fosse la cosa più semplice del mondo. Quindi sono arrivate altre due vittorie per 3-0 contro Gojo e Fritz, con il primo che paradossalmente è riuscito a dargli più filo da torcere rispetto a un top 10 come il secondo.

Shelton ha invece inaugurato il torneo subendo un sonoro 6-1 da Pedro Cachin, salvo poi sconfiggere nell’ordine proprio l’argentino, Thiem (per ritiro), Karatsev, Paul e Tiafoe. Emblematiche proprio queste ultime due vittorie visto che si tratta di due dei giocatori statunitensi più quotati e quelli su cui il paese puntava per un possibile exploit, specialmente in un lato di tabellone molto aperto. Shelton, nonostante fosse più giovane di entrambi e nel circuito da meno tempo, è riuscito però a sconfiggerli e guadagnarsi una prestigiosa semifinale contro il tennista più forte della storia.

Riprendendo il precedente discorso relativo ai numeri, tra Djokovic e Shelton c’è un abisso. Nole ha infatti vinto gli US Open tre volte, disputato in totale nove finali e può vantare un notevole bilancio di 86 vittorie a fronte di 13 sconfitte. Per Shelton si tratta invece appena della sua seconda partecipazione, ma quella dello scorso anno (in cui perse subito da Borges) merita un asterisco perché di fatto si trattava del suo primo torneo ufficiale da professionista, dopo aver lasciato l’università. In pratica, al suo primo vero e proprio US Open, Ben da Atlanta si è spinto fino in semifinale, dimostrando di possedere molteplici caratteristiche riconducibili a un futuro campione.

Se Djokovic ormai lo conosciamo ed è superfluo spiegare perché partirà favorito e come potrà impensierire Shelton, sull’americano invece ci si può sbizzarrire. Innanzitutto, in questo torneo ha imparato a farsi conoscere per la potenza dei suoi colpi e in particolare del suo servizio. Non a caso ha scagliato il secondo servizio più veloce mai fatto registrare agli US Open (149 miglia, circa 240 km/h) – meglio di lui ha fatto solo Andy Roddick con 252 miglia -. Ciò che veramente sorprende di Shelton però è la personalità e questo potrà fare la differenza in un match come quello contro Djokovic in cui in 20enne inevitabilmente sentirà un po’ di pressione per il fatto di giocare contro *Novak Djokovic* davanti a 22mila persone. Personalità che ha avuto modo di sfoggiare già nel match precedente contro Tiafoe, specialmente nel tie-break del terzo set (situazione di un set pari). Dopo aver sprecato un vantaggio importante ed essersi fatto rimontare dal 4-6 al 7-6, sul set point dell’avversario ha tirato una clamorosa risposta vincente che ha pizzicato la riga, di fatto girando la partita proprio in quell’istante per poi andare a vincerla. Magari qualcuno la definirà incoscienza, ma è indubbio che serva un pizzico anche di quella.

Detto questo, non sarebbe corretto parlare di un incontro che si prospetta equilibrato né di chissà quante possibilità abbia Shelton. Lo dicono le quote: una vittoria dell’americano paga ben 10 volte la posta mentre un successo per 3 set a 0 in favore di Djokovic appena 1.50. Ciò vuol dire che il serbo ha già vinto? Assolutamente no, anzi dovrà prestare molta attenzione al suo avversario ed evitare di complicarsi la vita, come ogni tanto gli succede. Shelton sarà però chiamato ad una vera e propria impresa e, nonostante tutto, attualmente è davvero difficile ipotizzare una sorpresa così grande. Come sempre a parlare sarà infine il campo, quel campo dove Djokovic si è tolto tante soddisfazioni nel corso della carriera e dove Shelton spera di togliersene altrettante negli anni a venire.

Tutto pronto perciò per uno scontro generazionale la cui posta in palio è elevatissima. Ad aggiungere ulteriore pathos ci penserà il pubblico newyorkese (ma sarà davvero una buona idea tifare *troppo* contro Djokovic?) ed il fatto che si tratterà del primo confronto in carriera tra i due. Infine, non è da sottovalutare il fattore ambientale, con il caldo che ha condizionato pesantemente i match degli ultimi giorni e potrebbe spingere gli organizzatori a decidere di chiudere il tetto e accendere l’aria condizionata. L’appuntamento è per le ore 21.00, in esclusiva tv su SuperTennis oppure su Sportface per chi volesse seguire la diretta testuale dell’incontro.

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