Editoriali

F1, GP Arabia Saudita: l’impresa di Oliver Bearman fa sognare

Oliver Bearman
Oliver Bearman - Foto Antonin Vincent/DPPI/IPA Sport 2/IPA

Il fine settimana del Gran Premio dell’Arabia Saudita si è aperto con uno shock: la diagnosi di appendicite per Carlos Sainz ha messo Ferrari davanti alla necessità di convocare un terzo pilota. Robert Shwartzman non era presente a Jeddah e probabilmente non sarebbe arrivato in tempo, sorte comune anche ad Antonio Giovinazzi. La Rossa aveva però una figura disponibile: Oliver Bearman. Il giovane 2005, nel vivaio della Ferrari dalla stagione 2022, è impegnato attualmente in Formula 2. Venerdì aveva siglato la prima pole stagionale, ma se la Formula 1 chiama, niente ha più importanza.

Il fine settimana si dipingeva come una vera e propria missione per Bearman, che ha avuto a disposizione solo una sessione di prove libere prima di affrontare le qualifiche. L’inglese ha mancato l’accesso al Q3 per soli 36 millesimi e ai microfoni del paddock è arrivato affamato, dichiarandosi volenteroso di fare di più in gara, una promessa mantenuta. Nella notte araba, Bearman sfreccia fino a raggiungere la settima posizione, mettendo a punto alcuni sorpassi importanti. A poche tornate dalla fine si apre via radio con il muretto della Ferrari: ha male al collo, ma resiste a un buon ritmo per difendersi su Lando Norris e Lewis Hamilton. La bandiera a scacchi sventola e l’inglese guadagna i primi punti in Formula 1 al debutto.

Il Gran Premio dell’Arabia Saudita è stato così palco per mettersi in mostra, in vista anche di un mercato piloti per la stagione 2025. Bearman si è dimostrato in grado di affrontare il Circus, nonostante la novità sia giunta come un fulmine a ciel sereno. La prestazione dell’inglese porta anche una consapevolezza in casa Ferrari: il vivaio di giovani piloti ha tra le sue file un vero talento. In vista di un cambio generazionale sempre più vicino, la Formula 1 non deve temere l’assenza di future stelle del Circus.

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