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INTERVISTA – ATP Finals Torino 2023, Panichi (preparatore atletico Djokovic): “Contro Sinner sarà una sfida a scacchi”

Marco Panichi - Foto Sportface

Novak Djokovic non poteva scegliere un match più spettacolare per assicurarsi la 400° settimana da numero 1 del mondo e la vetta del ranking mondiale a fine 2023. Il serbo ha infatti superato Holger Rune per 7-6(4) 6-7(1) 6-3 nella sfida che ha aperto il girone verde delle Nitto ATP Finals 2023. Dopo un debutto impegnativo arriva subito un altro big match, quello contro l’azzurro Jannik Sinner. Alla vigilia del match Sportface ha parlato con Marco Panichi, preparatore atletico del ventiquattro volte campione Slam. 

Subito un match degno delle Finals. Avete l’impressione che Holger sia un avversario sempre ostico per Nole?

“Holger ha giocato un ottimo match. Adesso è seguito da Boris Becker e in poche settimane ha già cambiato delle cose. Da ribattitore potente si sta trasformando in un tennista più aggressivo: un’arma in più nel suo bagaglio. Rune ha vinto scambi rapidi su due colpi, ma è stato anche in grado di mettersi dietro la riga a remare prima di affondare”.

Nonostante tre slam vinti nel 2023 si cerca sempre di affibbiare una data di scadenza a Nole. Con tanto tennis davanti qual è il limite?

“Ci sono due fattori in questa longevità. Una componente genetica importante e la motivazione di un giocatore che si allena come faceva 20 anni fa. Qual è il limite d’età? Difficile dirlo. Magari domani Nole si sveglia e dice ‘Mi sono stufato di viaggiare’, anche perché ha una famiglia e degli interessi. Finché gioca così però non vedo limiti, sicuramente ad un certo punto le prestazioni scenderanno, ma al momento siamo tranquilli e non ci pensiamo”. 

Al termine di una stagione lunghissima, ancora un grande spettacolo in campo. Gli otto delle Finals sono campioni anche per questo?

“La stagione è molto impegnativa dal punto di vista mentale e fisica. I campioni devono conoscere il loro corpo e avere un team in caso di fare valutazioni avvalendosi delle nuove competenze scientifiche che ti consentono di valutare il carico interno ed esterno di un giocatore. Questo ti permette di capire l’atleta a che punto si trova. Il calendario purtroppo non è facile da gestire”.

Per Djokovic che partita sarà quella contro Sinner?

“Sarà un match difficilissimo e spero esca una bella sfida, anche se non ho tanti dubbi. Tra i giovani leoni di questi Finals, Jannik è quello che ultimamente è cresciuto di più. Contro di lui ci attende una partita a scacchi perché ci sarà anche fisicità, ma il fattore mentale metterà pressione ad entrambi. Sinner lavora bene con un team che conosco personalmente e che sa come si fa crescere un giocatore. Tutti gli otto delle Finals hanno margine di miglioramento, anche Nole per quanto ristretti rispetto ai più giovani. Quando sei tra i primissimi una piccola percentuale di crescita è uno step dal valore enorme. Jannik ha consolidato le caratteristiche che aveva e ne ha aggiunte altre: sono convinto migliorerà ancora per tanti anni”. 

Dopo aver vinto tutto con Nole pensi che in futuro troveresti motivazioni per lavorare con un altro atleta?

“Chi fa il mio mestiere ha l’obiettivo di portare un giocatore al massimo del suo potenziale e vederlo crescere. Non vorrei sembrare presuntuoso ma credo che con Nole credo sia stato fatto. Aiutare i giovani in questa crescita è forse la cosa più bella, quindi certo che mi piacerebbe ripetere questo percorso, anche se avendo una certa età forse anche per me non sarebbe facilissimo girare. La molla che ci spinge però è la passione, se facciamo questo lavoro è perché in un certo modo siamo “drogati” di queste sensazioni. Io vivo la partita come se stessi giocando ed è ciò che ti spinge ad andare avanti”. 

Sono anche le sensazioni che motivano Nole? Ha preso il trofeo del numero 1 di fine anno e dopo tutto quello che ha fatto potrebbe sembrare niente, ma sembra che per lui continui ad avere un grande valore.

“Gli cambia tanto ed è contentissimo di raggiungere ogni obiettivo che si prefigge, anche per lui questa molla fa scattare qualcosa e a 36 anni lo motiva dopo tantissimi anni a questi livelli. Ancora oggi si mette in gioco ogni giorno con l’obiettivo di continuare a crescere”

Nel 2024 potrà puntare alla prima Olimpiade, avrete un occhio di riguardo per Parigi?

“Assolutamente, è uno dei traguardi dichiarati da Novak. Non ha mai vinto una medaglia d’oro ai Giochi ed è un obiettivo che vuole perseguire”. 

Pur non avendo a disposizione le informazioni per saperlo, ma conoscendo questo tipo di campioni. Cosa ti aspetti dal rientro di Nadal il prossimo anno?

“Ovviamente nessuno sa la gravità del problema e come sono andati questi mesi. Posso però dire che se un campione di questo calibro decide di rientrare è perché sa di essere competitivo al 100%. Se lo rivedremo, come credo accadrà, me lo aspetto in grado di giocarsela con i migliori”.

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