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ESCLUSIVA – Elena Micozzi: “Mi immagino il villaggio olimpico e mi ripeto che posso farcela”

Alla parola “Olimpiadi” l’immagine che le viene in mente è il villaggio olimpico, con tante persone di tutti gli sport. “Una grande esperienza a livello di vita anche come persona umana e quindi una cosa molto più grande rispetto ad un Mondiale perché quando andiamo a Mondiali ed Europei siamo sempre noi dell’ambito della canoa slalom” racconta Elena Micozzi, raggiunta telefonicamente in esclusiva da Sportface.it. L’azzurra, specialista del C1, spera di esordire ai Giochi Olimpici a Parigi 2024, seppur consapevole che “le Olimpiadi sono il punto più alto ma credo non siano quelle a decifrare il corso della vita. Penso che se qualcuno non riesce ad andare ma  vince altre gare a Mondiali ed Europei, anche queste possono comunque avere un grande valore“.

In effetti, è molto difficile qualificarsi per le Olimpiadi, specie nella canoa slalom dove può gareggiare un solo atleta per Nazione per ciascuna specialità per genere. Nella squadra azzurra la sfida per il posto ai prossimi Giochi è tra Elena e Marta Bertoncelli, intervistata da Sportface.it pochi giorni fa (qui l’intervista). “Diciamo che principalmente il fatto che il posto sia uno può rendere più difficili i rapporti – ammette Elena -. Ma nello stesso tempo può far valere quella persona che realmente, almeno in quel momento o in quel periodo di tempo, può essere la migliore“. Elena non nasconde che la lotta in acqua rende più complesso il rapporto con le compagne di squadra: “Nel primo periodo avevamo molto rapporto, andavamo d’accordo, facevamo gli allenamenti e i raduni insieme. Crescendo ci siamo allontanate un pochino e magari è diventato un po’ più difficile anche per i conflitti che possono esserci all’interno delle gare“.

Elena ha potuto spesso contare sul fratello, con cui ha condiviso diverse gare Under 23. “Principalmente è sempre stato un punto di riferimento perché quando andavamo a fare le gare o in giro avevo comunque una parte più familiare con cui potevo parlare e condividere più emozioni, più insicurezze rispetto magari ad altre persone“. D’altronde, è stato proprio il fratello Flavio ad avvicinarla alla canoa slalom: “Quando ero molto piccola il club di Subiaco, dove sono nata, era andato nelle scuole a parlare di questo sport e in una delle classi in cui era andato c’era mio fratello. Lui è stato il primo ad iniziare perché ha 3 anni più di me, di conseguenza io ho dovuto aspettare i 9 anni prima di poter iniziare questo sport. Ero tutti giorni al fiume per vedere mio fratello e da lì ho provato e ho continuato fino ad adesso“.

In una gara con il fratello ha sfoggiato una canoa con la livrea di Capitan America, a testimonianza della passione per i “film della Marvel, ma anche Pixar, Disney, sono abbastanza amante dei cartoni in generale“. “Quando abbiamo scelto quella canoa eravamo molto piccoli – racconta Elena -. Non sapevamo che disegno fare e poi è uscita l’idea, e abbiamo detto proviamo e l’abbiamo fatto fare. Non avevamo neanche la certezza che l’avrebbero fatto, perché diciamo che è un po’ è difficile che facciano disegni un po’ più complessi”. Ora l’azzurra classe 2003 preferisce andare “più sul classico, sono abbastanza quei due-tre colori che cerco sempre di mantenere e molto molto semplici“.

Elena Micozzi – Foto Federazione Italiana Canoa e Kayak

Un momento che ha fatto un po’ da spartiacque nella sua carriera è stato l’infortunio alla spalla, che l’ha turbata parecchio. “Nel periodo prima di scoprirlo ho fatto alcune gare dove avevo fastidio e dolore, ma nello stesso tempo cercavo comunque di focalizzarmi su quello che facevo perché non sapevo di avere un infortunio. Inizialmente l’ho visto come un semplice sovraccarico e non gli davo molto peso – spiega Elena -. Poi sono arrivata a fine stagione e ho fatto degli esami più approfonditi perché vedevo che non passava e ho visto. Lì per lì ero un po’ sconfortata, sapevo che c’era bisogno di tempo per riprendere. È stato molto difficile e faticoso, soprattutto i primi periodi che sono tornata in acqua e le sensazioni che ricordavo non erano più quelle che avevo in quel momento“. Superato quel momento poi l’azzurra è riuscita a recuperare in fretta e quei momenti difficili l’hanno fortificata.

Lo sport, infatti, non è solo bellezza. Spesso si vede solo la gioia di una vittoria ma dietro alle vittorie ci sono “molti sacrifici e delusioni. Proprio gli aspetti negativi possono rafforzare quello che sei e aiutarti a raggiungere quei risultati o quegli obiettivi che ti poni“. E per raggiungere obiettivi importanti è fondamentale anche il lavoro di allenatori e preparatori, che sono “sempre lì a darci una mano per trovare gli aspetti che bisogna migliorare. Insieme a loro riusciamo anche a superare quei momenti che possono sembrare più difficili, più faticosi“. Perché durante gli allenamenti quando si prova a migliorare alcuni aspetti non sempre si riesce subito e subentra “un po’ la frustrazione, un po’ di negatività e loro sono lì per aiutarci e piano piano cerchiamo sempre di superare quelle difficoltà per raggiungere poi il risultato che vogliamo“.

L’aspetto mentale, infatti, non è sempre facile da gestire: “Sono ancora alla ricerca di quel qualcosa che può essere il punto specifico di cui ho bisogno. Prima dell’operazione ho fatto tante gare e mi sembrava di aver raggiunto una buona posizione mentale. Poi restando ferma le cose sono cambiate. È un po’ difficile, non riesco ancora a trovare quella cosa che può aiutarmi sempre. Forse l’ho individuata ma ho ancora bisogno di metterla in atto e fare esperienza“. “Prima dell’operazione avevo provato a farmi aiutare da uno psicologo della federazione” in un periodo in cui sono arrivate tante soddisfazioni, tra cui l’argento agli Europei U23 di Solkan, in Slovenia, nel 2021. “Mi sono trovata bene – racconta Elena -. Poi dopo l’infortunio c’è stata un po’ di difficoltà all’interno della sua squadra, con la federazione, quindi mi sono un po’ distaccata. Però ho cercato sempre di ricordare quei consigli“.

Elena Micozzi – Foto Federazione Italiana Canoa e Kayak

Nella canoa slalom ci sono anche delle variabili esterne, come il meteo. “Un po’ il tempo lo subisco – rivela Elena -. Se fa freddo inizia ad essere più difficile, soprattutto il vento può muovere le porte e questo un pochino può turbarmi. Però diciamo che cerco sempre di avere un atteggiamento positivo e magari tendo a stare da sola. Cioè se mi trovo intorno tante persone, cerco di ascoltare la musica o comunque evadere da quella situazione perché ho bisogno di starmene da sola per concentrarmi“. Proprio questa tendenza a “a far tutto da sola, a chiudermi e vedermela da sola, piuttosto che affrontarla con qualcuno altro” è un lato del carattere che vorrebbe migliorare. “Tendo a fidarmi poco delle persone” ammette Elena, che però ha come punto di forza la testardaggine, che la spinge a “volere il massimo e quindi perseguire quel qualcosa che desidero fino in fondo“.

Per perseguire i propri obiettivi però serve anche consapevolezza dei propri mezzi, motivo per cui Elena si ripete spesso di potercela fare “perché in alcune situazioni ero abbastanza insicura e il fatto di poterci credere era un qualcosa che mi aiutava“. Alla serenità contribuisce anche il gruppo di lavoro, anche a livello umano. In questo senso è stato importante l’ingresso nella Marina Militare: “Sia gli allenatori che i compagni sono persone con cui mi trovo davvero molto bene. Alcuni di loro li ritrovo nelle gare quindi è un grande sostegno, ma soprattutto è anche un piacere perché alla fine con loro condivido la maggior parte della vita praticamente“. Proprio i compagni della Marina Militare l’hanno soprannominata “Nina”, abbreviazione di “Elenina”, come la chiamavano i compagni di squadra perché “dicono che sono piccola“.

Lontano dalle gare, invece, Elena ama passare del tempo con la famiglia e gli amici, magari passeggiando per Roma. Ma anche lo studio, vista la carriera universitaria intrapresa, alle volte diventa utile per staccare la spina dalla canoa. I social invece non li utilizza molto, se non per seguire altri atleti: “Qualche volta seguo qualche blog, ad esempio quello di Sofia Goggia, dove ha parlato della sua esperienza e come è arrivata a vincere le gare“. “Lo sci mi piace un sacco, vedere la discesa libera è molto emozionante – rivela infatti “Nina” -. Secondo me, è molto difficile anche solo a livello di visione. Però comunque penso che a suo modo ogni sport sia bello ed emozionante, soprattutto in ambito olimpico o mondiale, dove ci sono atleti forti quindi sono belle gare”. Belle gare come saranno sicuramente anche quelle di canoa slalom a Parigi 2024, di cui Elena Micozzi spera di essere una delle protagoniste.

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