
Lewis Hamilton fin qui non ha incantato, colpa anche di una Ferrari poco performante: arrivano le parole del grande ex che lo difendono
Una vittoria nella gara Sprint in Cina, il terzo posto a Miami grazie ad una strategia d’azzardo per quanto riguarda la sosta. Sono fin qui gli unici risultati di prestigio ottenuti da Lewis Hamilton con la Ferrari. Alla sua prima stagione con il Cavallino, in nove Gran Premi nessuna vittoria tantomeno podio ed il sesto posto in classifica generale con 71 punti e già un ritardo abissale dalla testa.
Insomma, di certo non benissimo e forse nemmeno lui si aspettava un principio di mondiale così. Solo 71 i punti ottenuti, colpa anche e soprattutto di una SF-25 che non ha dato grandi segnali di competitività. Solo a tratti e su alcuni circuiti la monoposto del Cavallino ha dimostrato di poter dire la sua, ma sempre con un distacco importante dalla McLaren, al momento la monoposto imbattibile ed imprendibile.
E così la monoposto di Maranello se la gioca con Red Bull – ma sembra un filino avanti anche la scuderia austriaca – e con la Mercedes. Non il massimo con lo stesso Hamilton che di recente aveva sollevato più di un dubbio, sostenendo come a breve potrà chiedere alla squadra di concentrarsi direttamente sulla monoposto della prossima stagione, considerato come nel 2026 vi saranno nuove regole.
Hamilton e le difficoltà in Ferrari: le parole del grande ex
Lewis Hamilton sta vivendo un momento difficile, anche per quanto riguarda l’ambientamento e le difficoltà nel capire una monoposto nuova, con meccanismi totalmente differenti dalla mercedes a cui era abituato. La mano tesa al pilota del Cavallino arriva da Carlos Sainz, attualmente alla Williams ed ex ferrarista.

“Capisco quanto sia complicato, ho cambiato team per cinque volte – ha spiegato al Mundo Deportivo – ed ogni volta si aspettavano che fossi pronto già alla terza gara. Il processo di adattamento l’ho sperimentato in tutti i team che ho cambiato” ha poi aggiunto. “La gente prima pensava fosse una scusa, non credeva a questo però le difficoltà di un sette volte Campione del Mondo confermano quanto dicevo cinque o 10 anni fa“.
Sainz ha poi aggiunto come la cosa più difficile sia proprio l’adattamento che può durare anche cinque o sei mesi prima di poter avere piena padronanza della monoposto e confidenza con essa. Se poi, aggiungiamo, la vettura non è nemmeno competititiva come dovrebbe essere, beh i guai aumentano.