Serie A

Si scrive Faraoni e Gatti, si legge scorrettezza: due pessimi esempi da punire

Federico Gatti
Federico Gatti, Juventus - Foto LiveMedia/Claudio Benedetto

Juventus-Hellas Verona continua a far parlare e le polemiche non si placano. L’anticipo della decima giornata del campionato di Serie A 2023/2024 è stato ricco di episodio con anche decisioni abbastanza controverse che hanno aperto un infinito e contorto dibattito. L’arbitro Feliciani della sezione di Teramo è stato tutt’altro che impeccabile, ma in campo i giocatori non hanno dato l’esempio giusto e corretto. Due nomi su tutti: Davide Faraoni, capitano del Verona, e Federico Gatti, fresco di rinnovo con la Juventus.

Due pessimi esempi per il calcio italiano, per chi guarda le partite, per tutti. Due esempi da punire per cercare di non ripetere queste brutte scene che, francamente, hanno stancato. Andiamo con ordine e partiamo dal primo tempo: palla lontana, Gatti chiude il pugno e lo scaglia con veemenza sul petto di Djuric. Così, senza nessun motivo. Condotta violenta e cartellino rosso senza nessun dubbio. Il Var però non se ne accorge e non richiama il direttore di gara. Gatti, tra l’altro, è già recidivo visto che in un Juventus-Napoli fece la stessa identica cosa con Kvaratshkelia. Anche lì passò in cavalleria. Due su due. Male. Anzi, malissimo.

Nel secondo tempo ci pensa Davide Faraoni a pareggiare i conti di scenate senza senso, di un calcio antico e ormai superato, soprattutto con decine di telecamere. Moise Kean sbraccia, lo colpisce sul volto, cade a terra e mentre sta per rialzarsi la Juventus, proprio con lo stesso Kean, segna. E allora lui cosa fa? Si ributta a terra fingendosi di essersi fatto male per davvero. Una scenata da ottimo attore teatrale che poco c’entra con i valori del calcio e dello sport. Il gol è poi stato annullato al Var e non entriamo nel merito della decisione perché Faraoni è sicuramente stato colpito. Ma la scenata è stata alquanto ridicola. Da punire. Gatti e Faraoni, così non si fa.

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