Serie A

Serie A, Ulivieri sul caso D’Aversa: “Mai come ora bisogna usare la testa per ragionare”

Renzo Ulivieri

“Mai come in questo momento serve usare la testa per ragionare, oltre ogni tensione generata da risultati e classifica”. Così Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, è intervenuto sul grave episodio avvenuto alla fine di Lecce-Verona della giornata di Serie A ancora in corso, che ha coinvolto l’allenatore Roberto D’Aversa e l’attaccante Thomas Henry, con una testata del tecnico all’attaccante scaligero.

“Quel che è successo al Via del Mare è sotto gli occhi di tutti – sottolinea Ulivieriva condannato, non va certo banalizzato, né, aggiungo, però, strumentalizzato. Del resto il primo ad essersi reso conto dell’errore è stato proprio D’Aversa. Un’attenuante che non elimina il fatto”.

La preoccupazione di Ulivieri è generale che aggiunge: “Penso che se un uomo e un allenatore come lui, sempre corretto nei propri comportamenti, trascende così, significa che stiamo entrando in una dimensione pericolosa. Lo dico anche alla luce di altri episodi poco lusinghieri degli ultimi tempi che hanno coinvolto direttamente allenatori avversari. E credo, come Aiac, che serva fare una riflessione più ampia. Il calcio italiano è in un momento particolarmente delicato, sottoposto ad attacchi di varia natura: veleni, accuse quasi mai limpide, interessi che confliggono, insomma un insieme di situazioni che stanno minando le fondamenta del sistema, al di là dei propri limiti che pure sono chiari e che hanno bisogno di essere affrontati e risolti, in una logica federale”.

“Sono anche convinto che in questa strana stagione opaca, gli allenatori abbiano svolto fin qui con energia e impegno al meglio il proprio ruolo, dando lustro all’immagine del nostro movimento – conclude Ulivieri -. So bene che, quando si arriva agli ultimi mesi di campionato, quando la pressione sale per gli obiettivi da raggiungere, sono proprio gli allenatori a dover gestire lo stress crescente. Ma la nostra è una comunità sana, che ha valori condivisi, che restano un patrimonio del nostro calcio. E a questi valori, sono certo, i nostri allenatori sapranno restare ancorati fino in fondo”.

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