Calcio

Mazzarri: “Ritorno a Napoli? Tutte balle. Forse non avrei dovuto accettare l’Inter”

Walter Mazzarri, Torino 2019-2020 - Foto Fraioli

“Dopo tanto tempo torno a parlare, concedo un’intervista. Sono sparito perché quella era la mia volontà. Se avessi voluto allenare avrei potuto farlo, le offerte non sono mancate. Non sono più stressato e ossessivo come un tempo”. Con queste premesse Walter Mazzarri inizia la sua lunga intervista concessa quest’oggi al Corriere dello Sport. “Credo di aver pagato un po’ troppo i miei atteggiamenti, una scarsa empatia. La carriera parla per me. Ecco perché, non essendo rimasto tanto simpatico, purtroppo anche a qualche giornalista, non ho avuto quello che meritavo. Sono partito da meno di zero. Ho pensato esclusivamente al campo, tutto il resto lo consideravo, più che accessorio, inutile. Pensavo che dovesse bastare il campo e ho sbagliato. L’età e le soste volute o forzate mi hanno aiutato, sono cambiato”.

Nelle ultime settimane si è parlato anche di un possibile ritorno a Napoli con Rudi Garcia che è stato vicino all’esonero. “Non ho sentito nessuno del Napoli. Sono balle. Il Napoli che mi piaceva tanto l’anno scorso con Spalletti però me lo sono studiato a memoria. Conosco tutti i movimenti che facevano, questo fa parte di me. Chiaramente a Napoli vorrebbero tornare tutti perché è una squadra forte, il club è diventato importante. Napoli è un posto affascinante. Se dovessi avere, come ho avuto, delle chance di rientrare, mi piacerebbe trovare gente disposta a capire il calcio che intendo fare. Mi piace insegnare, migliorare i giocatori, impostare un lavoro serio. Programmare: chiedo troppo?”. Anche perché i rapporti con il presidente sono buoni: “Da quando è presidente De Laurentiis sono quello che c’è stato più a lungo. Voglio solo dire che con lui ho avuto un rapporto stupendo. E se fosse stato per De Laurentiis sarei rimasto tanti anni ancora, come si usa in Inghilterra”.

Ma il tecnico torna anche sulla non troppo fortunata esperienza all’Inter: Ho pagato l’antipatia di persone che non vedevano l’ora di attaccarmi e farmi fuori. Di Inter, però, quell’anno, c’era solo la maglia nerazzurra, basta dare un’occhiata alla formazione per rendersi conto che non era competitiva, non all’altezza del nome che portava. Con l’esperienza che ho oggi non avrei probabilmente accettato, anche se l’Inter è un posto prestigioso. Anche se poi, rispetto a chi è arrivato dopo e a chi mi aveva preceduto, ho fatto meglio. Io quinto, loro ottavi”.

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