Calcio

Lucarelli jr ai domiciliari per stupro di gruppo. Cristiano: “Nei video c’è la prova della sua innocenza”

Cristiano Lucarelli
Cristiano Lucarelli, Ternana - Foto LiveMedia/Luca Marchetti

Mattia Lucarelli, difensore del Livorno, è agli arresti domiciali con il compagno di squadra Federico Apolloni, entrambi accusati di stupro di gruppo ai danni di una ragazza americana. Papà Cristiano, allora, è intervenuto sui propri canali social e ha difeso suo figlio tramite due video, il cui contentuo è piuttosto eloquente. “Devo intervenire di nuovo perché ho letto di tanti avvocati, giudici, leoni da tastiera, quindi devo precisare alcune cose su questi benedetti video – ha affermato l’ex attaccante del Livorno –, visto che la questione è stata riportata male anche dalla stampa. Quei benedetti video li abbiamo consegnati noi spontaneamente alla polizia, non sono stati trovati in mezzo a perquisizioni o chissà che, perché in quei video ci sono prove di innocenza e non di colpevolezza, e nessuna scena di sesso, come invece vi vogliono far credere e vi raccontano. C’è un impianto accusatorio, ed è normale che mettano in giro quel che vogliono per giocare sulla vostra emotività e suggestione, affinché sia rafforzata l’accusa. Vi consiglio quindi di smettere di parlare troppo: abbiamo già protocollato 1900 messaggi che presto consegneremo alla polizia postale, e con i quali copriremo le spese processuali”.

“Avevo promesso che non avrei passato neanche un capello e così sarà, prima di tutto perché c’è gente che ha dato la vita per la libertà di parola – ha proseguito Lucarelli – e quindi io parlo, fino a prova contraria ho diritto a difendermi, secondo perché non sono così rincoglionito da dire cose non vere che possono essere smentite nel giro di breve tempo. Sarebbe veramente una bugia dalle gambe cortissime. Quindi se io parlo è perché a differenza vostra qualcosa ho visto, ho visto i video, dove non ci sono scene di sesso, e ho letto gli atti, che noi per altro per rispetto non abbiamo mai divulgato, mentre stamani su un importante giornale milanese c’era parte degli stessi, alcune affermazioni della ragazza. Avete fatto credere che i cinque ragazzi hanno drogato la ragazza, hanno messo qualcosa nei cocktail, mentre lei stessa ammette nei verbali ha detto di averli conosciuto in discoteca, in una serata passata con universitari, non con i cinque ragazzi in questione. Perché dovete scrivere cose non vere? E come fate ad avere accesso a verbali che dovrebbero essere custoditi nella massima segretezza fino a tempo debito? O li avete avuto, o qualcuno vi ha detto di scriverli. Qualcuno continua a voler giocare con l’emotività della gente, e voi state divulgando cose false sapendo di mentire. Chiunque sia stato, da qualunque posto sia partito o che sia stata un’iniziativa del giornalista o sia stato imbeccato da qualcuno. Ma poi potremo far vedere tutto, e li vedremo chi ha detto la verità”.

 

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