
Leao fuori dal Milan
Il Milan di Allegri punta in alto e sogna lo scudetto, ma sorprende la decisione sul suo gioiello Leao: scaricato.
C’è aria di cambiamento a Milanello. Dopo stagioni altalenanti, il Milan sembra aver ritrovato una direzione chiara con il ritorno di Massimiliano Allegri in panchina. L’obiettivo è quello di tornare a vincere, e lo si percepisce nelle parole, nei gesti e persino nei silenzi di chi vive quotidianamente l’ambiente rossonero.
Eppure, proprio ora che il vento è tornato a soffiare dalla parte giusta, la sensazione è che qualcosa si sia incrinato nel rapporto tra il club e quello che, fino a ieri, era considerato il simbolo della rinascita: Rafael Leao.
Leao scaricato dal Milan
Il talento portoghese, arrivato giovanissimo e cresciuto stagione dopo stagione, era diventato l’uomo copertina del Milan. Le sue accelerazioni, le giocate spettacolari e quella leggerezza con cui faceva sembrare facile ciò che non lo è mai stato avevano incantato tifosi e addetti ai lavori. Tuttavia, negli ultimi mesi, qualcosa è cambiato. Il nuovo corso rossonero sembra avere altre priorità, altri riferimenti tecnici e, senza ombra di dubbio, un’idea più pragmatica di calcio. Allegri non guarda solo all’estetica, ma alla concretezza, e questo potrebbe non giocare a favore di Leao.
A dare voce a un pensiero che, fino a poco tempo fa, pochi avrebbero osato esprimere è stato un grande ex del Milan, Demetrio Albertini. Uno che la maglia rossonera l’ha indossata per quindici stagioni, vincendo tutto quello che c’era da vincere. In una recente intervista, Albertini è stato chiarissimo: «Io dico sempre che nello sport bisogna pensare in grande, e pensare in grande per il Milan significa giocare per lo scudetto. A me non piace nascondermi». Fin qui, nulla di sorprendente. Ma il passaggio che ha fatto discutere arriva subito dopo.

Per Albertini, infatti, al Milan manca ancora qualcosa di fondamentale per tornare campione d’Italia: «Serve un giocatore che vada in doppia cifra, che segni 18-20 gol in campionato. Nel calcio ti salvi o vinci il campionato per la punta. Poi se li fa Gimenez o li fa Pulisic va bene lo stesso. Oggi in questo Milan manca oggettivamente quel bomber che faccia quei gol». Parole pesanti, che indirettamente sembrano escludere proprio Leao dal discorso.
Il portoghese resta un calciatore straordinario, capace di accendere la partita in un lampo, ma non è – almeno secondo Albertini e forse anche secondo Allegri – l’attaccante in grado di trascinare la squadra a suon di gol. E questo, per uno come lui, è un giudizio che pesa. Anche perché, a quanto pare, il tecnico livornese starebbe rinunciando all’idea di trasformarlo in una punta centrale, preferendo valorizzarlo in un ruolo più defilato, ma meno decisivo sotto porta.
Insomma, il Milan che sogna lo scudetto sembra voler cambiare pelle. Allegri vuole un gruppo solido, cinico, concreto, dove ogni pedina abbia un compito preciso. Leao resta un fuoriclasse, ma il progetto tecnico non ruota più solo intorno a lui. E forse è proprio questo il segnale più forte: nel nuovo Milan, nessuno è intoccabile. Nemmeno l’uomo che, fino a ieri, sembrava destinato a essere il volto del futuro rossonero.