Champions League

Real Madrid al Bernabeu per la finale: non perde in casa in Champions da 2 anni, ma con Lipsia e City ha faticato

Carlo Ancelotti
Carlo Ancelotti, Real Madrid - Foto LiveMedia/Antonio Balasco

È un Real Madrid difficile da decifrare quello che sotto la guida di Carlo Ancelotti ha vinto il suo 36esimo titolo spagnolo e che stasera, alle 21:00, contro il Bayern Monaco andrà a caccia della diciottesima finale di Champions League della sua storia. Non più dominante come un tempo, ma con un cinismo che nessuno ha in circolazione, il Real viene da quattro pareggi consecutivi in Champions. Se riuscisse a qualificarsi per la finale e a trionfare a Wembley, diventerebbe la seconda squadra a riuscirci dopo 5 segni ‘x’ di fila, a trentasei anni dal successo del PSV nel 1987-88 (che pareggiò anche la finale, imponendosi poi ai rigori). Al Bernabeu, dopo il 2-2 dell’andata all’Allianz Arena, l’obiettivo è la vittoria. Tra le mura amiche i blancos sono imbattuti e in campionato hanno segnato 43 gol subendone solamente 9. Poi però c’è l’altra faccia della medaglia, visto che gli uomini di Ancelotti non hanno ancora vinto davanti al proprio pubblico nella fase a eliminazione diretta di questa stagione. Anzi, contro Lipsia (1-1) e Manchester City (3-3) hanno faticato enormemente, vedendo da vicino la possibilità della sconfitta. Al 92′ contro i tedeschi, dopo la vittoria per 1-0 dell’andata, Olmo colpì la traversa, mentre lo spettacolare pareggio con Guardiola fu una battaglia di colpi di classe che poteva avere qualsiasi epilogo. Stavolta di fronte c’è un Bayern Monaco aggrappato a poche certezze. Una è che Thomas Tuchel non occuperà nella prossima stagione una panchina con pochi pretendenti. I ‘no’ di Xabi Alonso, Nagelsmann e Rangnick complicano i piani, ma se c’è una cosa che il Bayern sa fare è soffermarsi sul presente e separare nettamente le due sfere, quella del campo e quella della pianificazione futura. D’altronde, l’incertezza sulla panchina non ha impedito ad Hans Dieter Flick, inizialmente inquadrato come tecnico ad interim, di vincere la Champions League nel 2019-20. Mentre Jupp Heynckes, in scadenza e destinato all’addio, sollevò la coppa più prestigiosa nel 2012-13. Ora ci prova anche Tuchel, che peraltro ha vinto la Champions nel 2021 col Chelsea da tecnico subentrante dopo l’esonero con il PSG. Stavolta però la montagna da scalare è ripida. Il Bernabeu rimane il solito fortino e la Liga vinta lo ha dimostrato, anche se Lipsia e City hanno evidenziato alcune crepe. L’ultima sconfitta interna europea del Real peraltro risale al 2022. Di fronte c’era il Chelsea e in panchina c’era Tuchel. Lui sa come si fa, anche se quel successo per 3-2 non bastò per la qualificazione. Contro un Madrid spietato su ogni occasione, servirà la gara perfetta e anche un pizzico di fortuna.

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