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Torna il grande tennis ad Anversa, che fino agli anni 90 era un appuntamento fisso tra i tornei indoor con l’esibizione che metteva in palio una racchetta in oro e diamanti. Il nuovo ATP 250 parte sicuramente in tono minore, ma promette spettacolo con Goffin e Ferrer tra le principali teste di serie. Ad aprire il programma sul centrale sono stati l’azzurro Andreas Seppi e l’argentino Federico Delbonis, due giocatori in piena crisi di risultati che col torneo belga cercano il proprio rilancio. Ad aggiudicarsi la sfida l’azzurro per 7-6(7), 5-7, 6-3 dopo una maratona di due ore e 41 minuti di gioco. Lo attende al secondo turno Robin Haase.
Ad iniziare più contratto è stato Seppi, che proprio oggi è sceso addirittura al numero 100 del ranking, penalizzato da una prima di servizio balbettante che lo ha sin da subito costretto a salvare numerose palle break sin dai primi game. Ciò nonostante è stato lui il primo a mettere a segno un break nel quinto game, complice un Delbonis a malpartito sulle superfici veloci e in generale quando gli scambi si riducono all’osso.
Le mediocri percentuali dell’altoatesino però lo condannano a penare ad ogni turno di servizio, tant’è che il contro break è immediato (alla settima palla utile), con uno dei tanti gratuiti di diritto che hanno caratterizzato il suo primo set. Le occasioni di rifarsi comunque non mancano, con Delbonis che continua a regalare e Seppi che quindi vola sul 5-3, con due set point che non riesce a sfruttare sul servizio dell’argentino.
Le montagne russe sono tendenzialmente una costante quando Federico Delbonis è in campo, e anche oggi ne abbiamo avuto conferma, con l’argentino che sfrutta un secondo passaggio a vuoto di Andreas e si porta avanti 6-5, assicurandosi di fatto la possibilità di giocarsi il tie-break. Il gioco decisivo segue l’andazzo degli ultimi game, con Seppi che sembra aver tirato indietro il braccio ed un Delbonis che appare più deciso, talvolta anche bravo a prendersi il punto nei pressi della rete. Ciò porta di fatto l’argentino ad un passo dalla conquista del primo parziale, avanti 6-3, ma Seppi è bravo ad annullare i primi due set point anche grazie al servizio, poi a confezionare la frittata ci pensa Delbo con un gratuito che rimette in corsa l’azzurro. Quest’ultimo riuscirà al primo set point ad aggiudicarsi 9-7 il tie break grazie a un errore non forzato di dritto dell’avversario.
Con la vittoria del primo parziale ci si attende che il match vada nella direzione prevista, con Seppi che già aveva i favori del pronostico per via di una maggiore adattabilità all’indoor. Per entrare nel merito della crisi di Delbonis basti pensare che il ventiseienne di Tandil negli ultimi 5 mesi ha vinto solo un match a livello ATP.
Nonostante questi presupposti il neo sposino di Caldaro, pur migliorando le sue percentuali con la prima di servizio, comincia con grande affanno il secondo set e Delbo è bravo a portarsi a casa il break al quinto game.
La difficoltà di concretizzare è il cancro dei giocatori in crisi di risultati, e così è per l’argentino che, complice un Seppi più reattivo in ribattuta, subisce il contro break all’ottavo game così da trovarsi due game dopo a servire per rimanere nel match. Come detto i match con l’argentino sono quasi sempre dei romanzi, quindi pur tremando riesce a salvare ben 3 matchpoint all’altoatesino, i primi due mal giocati da Seppi, il terzo un magnifico scambio in cui Delbo è bravo a recuperare un lob che sembrava vincente. Passato questo treno per Andreas, anche in parte per sue colpe, il suo avversario trova grande intensità nel successivo turno di risposta così da portarsi a casa il secondo set 7-5.
Saltati completamente gli schemi, se mai ce ne sono stati, il terzo parziale parte per Seppi alla ricerca di un minimo di continuità nel suo gioco, quella linearità che su queste superfici veloci lo ha spesso premiato, a differenza dei colpi spezzati e le ampie aperture di Delbonis, più adatti per superfici più lente. Metabolizzata quindi la delusione del secondo set Andreas è bravo a sfruttare una delle prime occasioni utili così da breakkare l’avversario al sesto game e (non senza patemi al momento di servire per il match) chiudere la partita con un perentorio 6-3 nel set decisivo.