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Tennis, 5 talenti da tenere d’occhio nel 2023: da Maestrelli a Svrcina

Francesco Maestrelli
Francesco Maestrelli - Foto Sposito/FIT

Il tennis è nel pieno di un momento di transizione, tra giocatori affermati e giovani, sebbene i pilastri di questo sport siano, per la maggior parte, ancora in attività. Il ritiro di Roger Federer, il tempo che passa per gli altri Fab, ossia Rafael Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray; inoltre, gli ultimi sprazzi di talento (sempre puro) di Stanislas Wawrinka e Gael Monfils, tra gli altri. Insomma, un’era tennistica sta concludendosi e un’altra, tra varie e lecite incertezze del pubblico alternate a speranze, sta iniziando. Non vi sono però soltanto strepitosi, vincenti e brillanti talentini della nuova scuola, tra i quali naturalmente spiccano Carlos Alcaraz, Alexander Zverev, Stefanos Tsitsipas e Felix Auger-Aliassime, in ordine sparso. Diversi altri giovani atleti, infatti, stanno sgomitando per acquisire credibilità nel circuito maggiore e altri ancora sono in procinto di sbocciare e possono trovare il bandolo della matassa proprio nel 2023. 

5 GIOVANI TALENTI

Non è semplice definire una precisa top 5 dei giovani pronti a mostrare il loro potenziale nel migliore dei modi, in breve tempo, considerando la mole rilevante di potenziali campioncini e quanti poi in realtà realizzeranno i loro obiettivi. Proprio per questo motivo, i nomi man mano riportati saranno stilati con una semplice regola, che può limitare l’ampiezza difficilmente gestibile dei movimenti tennistici in giro per il mondo; si tratta di semplici scelte, previsioni in base a quanto i suddetti talentini possano proporre agli appassionati: nessuna top 5, semplicemente dei consigli di visione.

MAESTRELLI

L’Italia brulica di talenti e, tra i molteplici, è corretto nominare un Francesco Maestrelli (200 Atp, annata 2002) già particolarmente in rilevanza nel corso del 2022; non solo un primo titolo Challenger, a Verona, ma parecchi messaggi chiari e difficili da fraintendere per i contendenti e i coetanei. Un servizio-turbo, un rovescio da comando, una gestione dei momenti topici da atleta esperto e una “presunzione” da non sottovalutare; gli ottimi risultati a livello quali-Slam e gli scalpi prestigiosi collezionati (ad esempio Gilles Simon) palesano il suo volersi inserire nel piccolo Olimpo dei più interessanti tennisti della nuova generazione.

STRICKER E CAZAUX

Scorgendo talenti tra il movimento francese e quello svizzero, molti atleti si pongono in evidenza per mostrare le loro qualità. Tra Luca Van Assche e Leandro Riedi, in particolare, si insinuano gli intriganti Dominik Stricker e Arthur Cazaux; il primo ha già fatto intravedere qualcosa di significativo nel circuito maggiore e si attesta alla posizione 118, mentre il secondo, ancora quasi totalmente in ombra, occupa la piazza 383, seppur abbia offerto degli accenni promettenti del suo repertorio. Il mancino elvetico, Stricker, possiede un servizio potente, efficace e piacevole alla vista, così come un tennis generalmente dinamico e “fastidioso”; la consistenza dei colpi dello svizzero è già da giocatore di ottimo livello, soprattutto in spinta, sebbene la sua resa atletica altalenante lo renda ancora in rampa di lancio e non completamente realizzato: il ventenne ha mostrato grande volontà di “arrivare” e il 2023 può essere il suo anno.

Cazaux, dal canto suo, non ha particolarmente gioito nel corso dell’ultima annata, ma il suo gioco ricco di colpi esplosivi potrà sorprendere diversi rivali nell’anno a venire; negli occhi c’è sempre una straordinaria e brillante vittoria sul favoritissimo Adrian Mannarino, a Ginevra nel 2021, e l’intenzione di Cazaux è di mostrare a tutti che non si trattasse di un’allucinazione collettiva. Sia lo svizzero che il francese, per completezza d’informazione, rientrano tra i 2002.

NAVA

Seppur gli Stati Uniti possano contare sul tracotante talento di Ben Shelton, già però affermato in quanto top 100, la Terra a stelle e strisce potrà anche probabilmente godere presto delle prestazioni di Emilio Nava. Il finalista del noto Australian Open Junior vinto da Lorenzo Musetti, infatti, ha inanellato buoni risultati nella stagione appena terminata e si è fatto notare per la prima vittoria in un main draw Slam, agli Us Open e ai danni di John Millman, per poi strappare un set ad Andy Murray nel turno seguente.

Non solo un exploit isolato, però, considerando il fatto che, nelle settimane precedenti, Fernando Verdasco, Paul Jubb e Arthur Fils (un ex top 10 e due giovani molto interessanti) avevano fatto le spese della caparbietà agonistica del 2001 Nava, tra Segovia e Blois. Lo statunitense può certamente puntare a raggiungere la top 100, in quanto al momento 179 al mondo, con un avvenire da possibile “regolarista” del nuovo circuito che si andrà a formare nei prossimi anni. Lo statunitense non ruberà probabilmente mai l’occhio, ma il suo tennis pragmatico, soprattutto sul veloce, potrebbe dar fastidio a tanti top.

SVRCINA

L’ultimo giovane da portare all’attenzione, in vista della stagione in arrivo, è Dalibor Svrcina, tennista ceco classe 2002. L’atleta di Ostrava, attualmente 223 del ranking mondiale, offre un gioco propositivo e gradevole con entrambi i fondamentali da fondocampo, spingendo però con accortezza e spiccato senso tattico. Tecnicamente abbastanza completo, seppur lottatore per indole, Svrcina somiglia al connazionale Jiri Lehecka per caratteristiche e spera certamente di imitarne la parabola; il secondo, Lehecka, è infatti un anno più grande di Svrcina e si è affermato nel 2022 sino a entrare stabilmente nella top 100. Dalibor è ciò che in gergo si potrà definire “un giocatore vero” e tenterà di dimostrarlo nel 2023.

…SENZA DIMENTICARE GLI ALTRI

La lista composta da Maestrelli, Nava, Stricker, Cazaux e Svrcina “esclude” per forza di cose grandi talenti; alcuni di questi sono già stati citati in precedenza, altri ancora corrispondono ai nomi di Luca Nardi, Giulio Zeppieri, Adrian Andreev, Francesco Passaro, Chun Hsin Tseng, Flavio Cobolli, Matteo Arnaldi, Mattia Bellucci, Rinky Hijikata. Questi citati sono soltanto alcuni, certamente il fatto che vi siano molti italiani fa ben sperare: la nuova generazione c’è e lo dimostrerà.

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