
Senza scomodare, senza allusioni. Pura cronaca. Non di uno status, che evidentemente necessita ancora di ulteriori passaggi. Ma di una voglia, quella sì, di chiudere il cerchio. Anzi, di allargare il triangolo. Tra Sinner e Alcaraz, Lorenzo Musetti.
Musetti: “Spero in un 2026 da terzo incomodo”
Che poi in realtà, si tratta anche di fare quadrato. Intorno alla sua figura, per far sì che possa arrivarci, a quei livelli, con continuità. Ed ecco quindi l’annuncio dell’ingresso nel suo team di José Perlas. “Ho aggiunto alla mia squadra una figura importante, che reputo possa dare qualcosa in più al mio team“, ha spiegato il carrarino ai Gazzetta Award, “sicuramente il lavoro congiunto credo possa portare a passi in avanti. Abbiamo iniziato da poco la preparazione invernale, stiamo lavorando tanto e c’è un ottimo feeling. La prima tappa sarà l’Australia“.
Segui le nostre dirette e i nostri contenuti su Sportface Tv. Per scaricare gratuitamente l’app di Sportface TV, puoi accedere al Play Store per Android e scaricare l’app Sportface. Se hai un dispositivo iOS, puoi scaricare l’app dall’App Store. L’app è disponibile anche per l’uso web tv.sportface.it
Ed ecco che arriva l’annuncio: “Spero di poter essere io il terzo incomodo tra Jannik e Carlos. So che in questo momento e quest’anno si è vista la distanza non solo con me ma con tutti gli altri giocatori. Loro erano sicuramente un gradino sopra tutti quest’anno. Il fatto di lavorare e aggiungere persone importanti al mio team è volto a colmare quel gap evidente, mi auguro in futuro di poterci riuscire“.
Riavvolgendo il nastro della sua stagione, Musetti ricorda momenti indimenticabili: “Ci sono varie fotografie di quest’anno che sicuramente ho nella mia testa, come la prima finale a Monte Carlo, la semi al Roland Garros e sicuramente l’entrata in top 10. Però forse il momento più bello è stato l’accensione del pubblico a Torino quando mi sono qualificato per le Finals e il match con De Minaur. La vittoria è stata qualcosa di veramente bello e difficile da descrivere con le parole“, conclude il carrarese.
