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Camila Giorgi, coerente fino al ritiro: dal titolo a Montreal al rapporto complicato con il tennis

Camila Giorgi
Camila Giorgi - Foto Ray Giubilo

Camila Giorgi non è più una giocatrice di tennis. Come un fulmine a ciel sereno, a 32 anni la marchigiana ha detto basta, salutando lo sport che ha scandito la sua vita per quasi un ventennio. L’ha fatto nella maniera più “alla Giorgi” possibile, in silenzio, senza lasciare traccia, come se fosse la cosa più normale del mondo. E per lei si può dire che lo è stato visto che non ha mai nascosto il suo particolare rapporto con il tennis, bello ma complicato. Quel tennis che non è mai stato la sua passione ma semplicemente il suo lavoro “però mi piace”. Iconica la sua conferenza stampa in cui disse di non guardare tennis, raccontando come nel suo tempo libero gli hobby fossero altri,, a partire dalla moda, con la creazione del marchio ‘Giomila’,  guidato da mamma Claudia.

Commentare il ritiro non avrebbe senso visto che non è arrivato un annuncio da parte della diretta interessata, ma soltanto un comunicato della ITIA che la annovera tra i giocatori ritirati. E’ facile ipotizzare che i recenti risultati, tutt’altro che eccezionali tanto da comportare l’uscita dalla top 100, abbiano avuto un ruolo significativo nella decisione. Fatto sta che, trattandosi di una scelta così delicata per la vita e carriera di un’atleta, sarebbe anche irrispettoso avanzare ipotesi o speculare.

Ciò di cui si può parlare è invece la sua carriera, che numeri alla mano non è stata affatto male. Stona forse soltanto il best ranking al numero 26, che – visto il potenziale di Camila – poteva quantomeno avere l’1 come primo numero. Possono sembrare pochi anche i quattro titoli vinti, ma la continuità non è mai stata il punto forte di Giorgi, che intanto vanta nel suo palmarés un Wta 1000, vinto nel 2021 a Montreal, unica italiana a riuscirci dopo Flavia Pennetta (e da quest’anno anche Jasmine Paolini). A livello Slam, invece, spiccano i quarti di finale raggiunti a Wimbledon nel 2018, dove riuscì persino a strappare un set a Serena Williams prima che il suo sogno s’infrangesse. A proposito di Williams, anche l’altra sorella, Venus, è stata protagonista di un momento indimenticabile, quando al termine di un match disse: “Sono sorpresa che non sia la numero uno del mondo“.

È la prima ragazza che vedo giocare come Agassi” disse invece un certo Adriano Panatta. In realtà è più corretto dire che Giorgi gioca(va) come Giorgi, una tennista unica nel circuito che non si può imitare. Una giocatrice non come le altre e anche una ragazza speciale, che ha dovuto fare i conti con tante pressioni ma che ha sempre scelto di fare il suo percorso, senza dar conto a nessuno. E’ probabilmente anche questo il motivo per cui ha deciso di restare fedele a papà Sergio, senza affidarsi magari ad altri allenatori (“Non mi è mai passato per la testa“). Che cosa sarebbe potuto succedere non lo sapremo mai, ma non bisogna dare per scontato che con un’altra guida tecnica avrebbe ottenuto risultati migliori. Di cosa (e di chi) aveva bisogno Camila lo sapeva solo lei e magari è proprio l’equilibrio trovato con il padre – anche per gestire il suo rapporto di amore-odio con il tennis – che le ha permesso di fare la carriera che ha fatto. Sicuramente non è il ritiro che il mondo del tennis sperava, anche per omaggiare una giocatrice che a modo suo è stata unica. A quanto pare, però, è quello che voleva Camila, coerente fino alla fine della sua carriera e mai banale.

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