Arrampicata sportiva

ESCLUSIVA – Arrampicata sportiva, Battistella: “I nuovi centri federali avranno un ruolo chiave”

Davide Battistella e Matteo Zurloni - Foto FASI

Nell’anno della seconda volta dell’arrampicata sportiva ai Giochi Olimpici, ce ne sarà sicuramente una terza a Los Angeles 2028, il movimento azzurro segue proporzionalmente la crescita della disciplina a livello globale. Nel weekend di sabato 23 e domenica 24 marzo, al Centro di arrampicata Monkey Island di Roma si sono svolti i Campionati Italiani di boulder. A osservare i migliori atleti della penisola, c’era naturalmente anche il presidente della FASI Davide Battistella, che per l’occasione ha parlato ai microfoni di Sportface.

Partiamo dal bilancio finale del weekend di Roma.

“Il Monkey a Roma è una garanzia per struttura, organizzazione e risposta del pubblico. Siamo molto felici di essere tornati qui con il Campionato Italiano di boulder. Abbiamo visto atleti importanti che si sono confrontati con dei blocchi molto belli, il merito va ai tracciatori che sono riusciti a delineare salite belle per gli atleti e il pubblico. Quando ci sono i migliori atleti nazionali poi non può che esserci un bello spettacolo”.

Dal 2021 a oggi quanto siete cresciuti a livello organizzativo su eventi di questo tipo?

“In primis siamo diventati federazione sportiva nazionale, un passaggio storico per questo sport che da disciplina associata è diventata una federazione riconosciuta dal Coni. Adesso siamo seduti al tavolo con calcio, tennis, volley e altri sport. Questo aiuta la nostra disciplina che ha un approdo di alto livello e infatti c’è stata una crescita importante dei tesserati. Abbiamo più di 85.000 tesserati in questo momento e stiamo crescendo in maniera omogenea in tutta la penisola, così come l’arrampicata sportiva sta attirando sempre più gente nel mondo. È uno sport economico che fa parte del nostro schema motorio perché quando nasciamo noi gattoniamo e poi ci tiriamo su per trovare la stazione eretta. Il boulder per esempio nelle palestre sta diventando una sorta di fitness urbano. Se poi dobbiamo parlare di risultati abbiamo già Matteo Zurloni, campione del mondo di speed, qualificato all’Olimpiade di Parigi. Stiamo cercando di cavalcare l’onda e i prossimi anni ne vedremo delle belle ”. 

La svolta olimpica quanto ha aiutato? Non solo sui tesserati, ma soprattutto sul livello medio di agonisti e tecnici.

“Nel circuito internazionale il livello è altissimo, soprattutto perché noi come FASI da due anni ci confrontiamo con federazioni estere che sono strutturate da 10 o 15 anni. In termini di mezzi e di risorse non è subito facilissimo, ma i nostri risultati li stiamo ottenendo. A Parigi avremo Zurloni,ma speriamo di qualificare altri atleti con i prossimi appuntamenti di Shanghai e Budapest. Siamo appena partiti e quindi ci vorrà ancora qualche anno per una struttura importante”.

Avendo il campione del mondo di speed si può sognare. Una medaglia a Parigi quanto sarebbe importante per la disciplina?

“L’arrampicata sportiva si presta molto bene sul piano della comunicazione, soprattutto tra i giovani. Le Olimpiadi sono importanti perché permettono di raccontare bene il prodotto arrampicata. Essere a Parigi è fondamentale e non è così scontato perché il livello internazionale è altissimo. Poi lì ce la giocheremo, abbiamo il campione del mondo di speed, una freccia importante nel nostro arco. Tutto quello che verrà però ci renderà sicuramente contenti. La presenza dei nostri atleti all’Olimpiade sicuramente è un’ulteriore spinta per la popolarità del nostro sport”.

L’arrampicata sta crescendo anche a livello internazionale. Alla luce di ciò, per Los Angeles 2028 quante possibilità ci sono di liberarsi della combinata per assegnare una medaglia per ogni disciplina?

“Già andare a Parigi con una medaglia in più, la speed in autonomia e la combinata boulder-lead, è un passo avanti. Ne faremo un altro avanti quando le tre discipline saranno separate. Ci auguriamo che la federazione internazionale possa portare avanti questo progetto con il CIO e che possa essere accettato. Questo faciliterebbe anche la preparazione degli atleti, che invece oggi devono lavorare su due discipline diverse nonostante qualche similitudine. Un po’ come unire i 100 e i 400 metri per dei velocisti”. 

Oltre a Parigi, quali sono gli obiettivi della FASI nel 2024?

“Ne abbiamo già raggiunti due. Oltre alla qualificazione olimpica infatti sorgeranno due centri federali: uno ad Arco di Trento e uno al Centro di Preparazione Olimpica di Roma. Questo è molto importante per inserire e far lavorare i nostri ragazzi. Per i risultati a livello internazionale sarà determinante dato che fino a questo momento ci siamo dovuti appoggiare su altre palestre. Avere la propria casa però è diverso e questo sarà fondamentale in vista di Los Angeles”.

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