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Berrettini può poco contro questo Alcaraz: ma la sconfitta non cancella un super torneo

Matteo Berrettini
Matteo Berrettini - Foto Ray Giubilo

Carlos Alcaraz ha impiegato un set per prendere le misure di Berrettini per poi salire in cattedra e portare a casa la vittoria sfoggiando un tennis magistrale. Purtroppo l’impresa non è riuscita a Matteo nonostante una buona partenza, ma l’azzurro può salutare Wimbledon senza rimpianti e a testa più che alta. La cosa più importante è però la fiducia che si porta dietro e le sensazioni positive in vista del resto della stagione. Perché ovviamente la sconfitta fa male e un’eliminazione al quarto turno dello slam londinese non sarà mai un risultato soddisfacente per Berrettini. Ma visti i presupposti – era addirittura in dubbio la sua presenza – il torneo dell’azzurro non può che essere un grande sì. Wimbledon si conferma IL torneo di Matteo, che dopo la storica finale raggiunta due anni è tornato a brillare sui prati di Church Road, conquistando il primo risultato degno di nota di una stagione travagliata a causa degli infortuni.

Peccato per aver incontrato Alcaraz già al quarto turno visto che, col senno di poi, Matteo avrebbe potuto fare più strada qualora avesse avuto un altro tabellone. Anche la sconfitta contro lo spagnolo è però importante nel percorso dell’azzurro, che nella parte iniziale del match ha fatto valere la sua esperienza ed ha punito il suo avversario, pur conquistando appena 6 punti in risposta contro i 13 di Carlitos. Purtroppo, poi, i punti diretti con il servizio hanno iniziato a scarseggiare e gli errori gratuiti sono aumentati. Trovare demeriti propri in un match del genere lascia però il tempo che trova vista la prestazione superlativa di Alcaraz, che ha dimostrato di non essere numero uno al mondo a 20 anni per caso. Pur non essendo l’erba la superficie che predilige, anche perché non ha una grande esperienza e deve ancora metabolizzare certi movimenti, ha dato seguito al prestigioso titolo conquistato al Queen’s e si è spinto fino ai quarti. L’ha fatto però con una facilità straordinaria, riuscendo a domare un ex finalista come Berrettini sfoderando un tennis sublime. Definirlo alieno forse è esagerato, anche perché dall’altra parte del tabellone c’è un ragazzino di 36 anni che alieno lo è davvero, ma questo Alcaraz può ancora fare tanta strada nel torneo e anche negli anni a venire sarà certamente un contendente per la vittoria.

Ai quarti, Carlitos se la vedrà contro Holger Rune in quella che sarà la prima sfida dell’Era Open tra under 21 a questo punto del torneo. Il danese ha battuto in quattro set un ingenuo Dimitrov, che ha avuto chance sia nel secondo che nel terzo parziale ma ha ceduto alla distanza. L’altra sfida metterà invece di fronte Daniil Medvedev, che ha perso solo un set finora, e lo straordinario Christopher Eubanks, che da debuttante a Wimbledon ha sbaragliato la concorrenza, approdando ai quarti. L’ultimo avversario sconfitto, in ordine cronologico, è stato Stefanos Tsitsipas, ancora bocciato sull’erba.

Infine, è tornato in campo anche Novak Djokovic per la prosecuzione del match contro Hubert Hurkacz, interrotto a fine secondo set a causa del coprifuoco. Il serbo ha lasciato per strada il primo set del torneo, ma è riuscito ad imporsi in quattro e a mandare al tappeto un Hubi da ben 33 ace. Nole ribadisce di essere il favorito numero uno per la vittoria e ritroverà Rublev, sconfitto quest’anno in Australia proprio ai quarti.

Per quanto riguarda i match femminili, non c’è stato grande equilibrio. Ons Jabeur ha lasciato appena tre giochi ad un’irriconoscibile Petra Kvitova, mentre Aryna Sabalenka è stata più clemente, lasciandone quattro ad Alexandrova. Haddad Maia è stata costretta a ritirarsi dopo cinque giochi contro Rybakina e ha lasciato in lacrime il Centrale per un infortunio all’anca. Infine, la giovanissima Mirra Andreeva si è trovata avanti 6-3 4-1 40-30 contro Keys ma non è riuscita a chiudere e si è arresa in rimonta. Nel finale c’è stato anche un battibecco con l’arbitro, a cui la 16enne russa non ha neppure stretto la mano dopo aver ricevuto un immeritato penalty point.

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