In Evidenza

“Se volevo vincere non tornavo alla Juventus”: Allegri si difende a oltranza, ma quella frase sa di resa

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri, Juventus - Foto LiveMedia/Francesco Scaccianoce

“Quando sono tornato sapevo che era difficile vincere, non sono così stupido. Avessi voluto vincere sarei andato da altre parti”. Gestore, serafico, persino psicologo in un’annata difficile dentro e fuori dal campo. E’ vero, Massimiliano Allegri è stato questo in una delle stagioni più complicate per la Juventus, ma non nelle ultime settimane. E quella frase del dopo Milan, partita nella quale è arrivata la definitiva conferma inappellabile dell’esclusione della prossima Champions, sa di resa totale. La difesa a oltranza del suo lavoro lascia spazio a parole gettate lì d’istinto, come quella sulle rivali dentro per i punti tolti ai bianconeri, discorso oggettivo ma privo di senso dopo l’ennesimo ko.

Allegri sa che adesso la sua posizione non è più salda come un mese fa, al di là di un contratto molto oneroso. Penalizzazione o meno, la stagione si chiude nel peggiore dei modi e sul banco degli imputati non può che sedere anche un allenatore che non ha dato gioco e non ha ottenuto risultati, seppur con tante attenuanti tra cui i numerosi infortuni degli uomini chiave oltre alle sentenze che non possono non aver destabilizzato e influito.

Ma tra le parole nei confronti di Szczesny in conferenza e le frasi di ieri che non possono certo piacere al popolo juventino, sembra proprio che il tempo dell’idillio sia finito. Anche perché, fu lo stesso Allegri a parlare di competere per vincere, oltre al fatto che il motto bianconero ricorda come vincere sia l’unica cosa che conta. E alla Juventus si viene per vincere, si deve vincere, ogni anno: è chiaro che non sempre ci si riesce, ma nessuno nell’ambiente bianconero può gradire le parole del livornese, che evidentemente considerava altri ambienti come maggiormente adatti a un progetto vincente in questo periodo storico. Quali, non è dato sapersi.

“Abbiamo fatto un buon lavoro, anche a livello patrimoniale abbiamo fatto bene con i giovani.  Io ho sempre detto, poi magari vedo cose sbagliate, che la Juventus è sempre costruita per vincere ma non è così. La Juve deve rimanere sul campo tra le prime quattro, poi le altre sono parole che vanno e vengono. La stagione è fallimentare ma la Juventus ha giocato due semifinali ed è momentaneamente al terzo posto”, ha aggiunto Max. Che però dimentica tre cose.

Se la Juve ha giocato la semifinale di Europa League, infatti, è perché – e non c’era ancora alcuna penalizzazione a disturbare l’ambiente – ha fallito clamorosamente in Champions venendo eliminata ai gironi con cinque sconfitte, una contro il Maccabi Haifa. In Coppa Italia, poi, la semifinale non è un buon risultato se raffrontato con l’anno precedente, dove arrivò la finale (persa) e con tutte le stagioni a ritroso in cui il trofeo lo si era vinto. Infine, anche con 69 punti la squadra non sarebbe aritmeticamente qualificata sul campo per la Champions: è vero, sarebbe terza e con il destino nelle proprie mani, ma lo scorso anno non si era ridotta all’ultima giornata, centrando il pass con giornate di anticipo. E se non dovesse arrivare una vittoria a Udine, con le due milanesi vincenti, l’esclusione dalla Champions sarebbe slegata dalla penalizzazione, per quanto questa possa comunque aver influito sulle prestazioni senza anima né idee di queste ultime uscite.

SportFace