Serie A

Napoli, De Laurentiis: “Conte solo un pettegolezzo, Kvara colpo di mio figlio e non di Giuntoli”

Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis - Foto LiveMedia/Agn Foto

“Nella vita si possono avere dubbi e va valutato il proprio operato, se c’è stato qualche errore me ne prendo la responsabilità. Ma da qui a dire di cambiare l’allenatore ce ne passa. Ho teso la mano a Garcia, gli ho detto di andare avanti e di non preoccuparsi, perché tutti fanno errori, mi auguro che non si ripetano più e da noi avrà supporto. Un cambio di guida tecnica è sempre traumatico e poi non ci sono in giro tanti allenatori che praticano il 4-3-3 come lo facciamo noi”. Così il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, in un incontro con i giornalisti a Castel Volturno, così come pubblicato da Sportmediaset: “Antonio Conte? Non voglio domande al riguardo, è azione di disturbo. Ho fatto con lui una vacanza anni fa alle Maldive, abbiamo mantenuto i rapporti. Mi sento ancora con Mazzarri, Ancelotti, Benitez, Reja, tutto il resto è solo un pettegolezzo che demolisce chi oggi è incaricato di allenare la squadra. Ciò mi infastidisce”.

Quindi una frecciata a Giuntoli: “Da sei mesi si era messo in branda, mi continuava a ripetere: mi mandi alla Juventus? E io gli dicevo: cos’è questa storia, improvvisamente sei diventato un sostenitore della Juve? Qui abbiamo sempre considerato la Juve nemica sportiva numero uno. Il colpo Kvaratskhelia non è suo, è stata una segnalazione a mio figlio Edoardo che poi è arrivata a Giuntoli”.

Polemico invece soprattutto sulla situazione di Osimhen: “Non sono mai stato non sereno nei confronti di Osimhen, ma si è sempre in due in queste cose: io sono rimasto lo stesso, se il suo umore è cambiato non posso farci nulla. Se dopo una stretta di mano le cose cambiano, la cosa dispiace, ne prendiamo atto ma poi la vita va avanti. Ma ottimi rapporti”.

Sul caso scommesse: “Non parlo di ludopatia, di vizi, di troppi soldi che girano, di persone poco mature: per quel che mi riguarda sono sempre stato molto attento ad assumere calciatori la cui realtà familiare e provenienza geografica mi assicurassero una certa tranquillità psicologica e una certa tutela. Il Napoli fa anche un’azione di vigilanza su atleti che credo siano ragazzi per bene e che hanno famiglie a posto”.

Sulle Nazionali e gli infortuni: “Dal 2013 a oggi abbiamo incassato circa 4 milioni di euro di rimborsi come partecipazione dei nostri giocatori alle partite delle nazionali, pur avendo sempre più di 10 giocatori convocati. Questo non va bene, secondo me in Nazionale non dovrebbero giocare i 32enni ma neanche i 28enni.Dovrebbe essere lasciata la scelta al club di poter mandare o meno in nazionale un giocatore convocato, la possibilità di dire no se si tratta di un’amichevole, per esempio. Se io ho pagato un giocatore 50 milioni e mi torna infortunato, dovrebbero risarcire il club del costo”.

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