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Il Milan non c’è più, la Lazio vola. Sarri non può più nascondersi, Pioli costretto a reagire

Esultanza Lazio - Foto Antonio Fraioli

Il Milan non c’è più, la Lazio vola. Telegraficamente, è questo il succo di una partita a senso unico dal primo all’ultimo minuto, o meglio, dal quarto, quando Milinkovic-Savic torna al gol che gli era fin qui mancato nel 2023 e apre le danze, al 75′ in cui ammiriamo un’azione meravigliosa dei biancocelesti che si chiude col rigore in movimento di Felipe Anderson. Nel mezzo, il gol di Zaccagni che era valso il terzo 2-0 di fila al primo tempo in dieci giorni incassato dai rossoneri, quello di Luis Alberto (che sa di permanenza) su rigore procurato da Pedro. Brillano tutti i tenori, e allora brilla anche Maurizio Sarri, il manico di una squadra che non può più nascondersi e che adesso è quasi obbligata a finire tra le prime quattro, se ovviamente manterrà questo livello, che potrebbe essere messo a rischio dalle partite ravvicinate e dalla Conference League che può succhiare energie.

Chi invece rischia grosso, persino di uscire dalla zona Champions col tricolore stampato sulle maglie, è la squadra di Pioli, ora sulla graticola. Arriva un altro clamoroso ko in questo 2023 nero che si era aperto con una vittoria a fatica sulla Salernitana, e che poi è precipitato sempre più: il pareggio in rimonta subito dalla Roma che ha incrinato tutto, fuori dalla Coppa Italia col Torino in dieci, pareggio in rimonta ma pur sempre due punti persi a Lecce, poi la pesante sconfitta in Supercoppa, quindi il punto più basso della gestione Pioli da quel 5-0 di Bergamo, del quale il 4-0 contro la Lazio è vicino parente. Tre obiettivi sono andati via, perché anche vincere lo scudetto a -12 è quasi impossibile. C’è solo la Champions, ma l’incrocio non è agevole contro il Tottenham. E’ finito tutto? Impossibile dirlo, probabilmente c’è margine per risollevarsi e cambiare registro. Ma bisognerà rivoltare questa squadra da capo a fondo.

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