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Tra il rischio biscotto e una Norvegia da non sottovalutare: l’Italia U21 di Nicolato al test che vale l’Europeo

Parisi e Gnonto
Parisi e Gnonto, Italia Under 21 - Foto LiveMedia/Vinny Orlando

L’incubo biscotto, la voglia di riscatto di una Norvegia ferita, i cali di attenzione che gli azzurrini non sono ancora riusciti a scrollarsi di dosso. Sono gli elementi che separano l’Italia Under 21 dai quarti di finale degli Europei Under 21. Alle 20:45 i ragazzi di Paolo Nicolato sfideranno la Norvegia, con un occhio all’altro campo dove una combinazione di risultati può estromettere gli azzurrini anche in caso di successo. Se la Svizzera dovesse battere la Francia con un gol di scarto dal 3-2 in su, l’Italia verrebbe eliminata con tanti saluti al pass per Parigi 2024. Prima dei calcoli, però, l’Italia deve battere una Norvegia che ha nomi di qualità e uno stile di gioco ormai tipico del calcio scandinavo. Il pressing è alto, c’è il coraggio nell’affrontare i duelli, la fisicità a centrocampo è un fattore e i profili offensivi sanno ribaltare l’azione. L’attacco vede nomi di nostra conoscenza come Emil Ceide (Sassuolo) o Erik Botheim (Salernitana). Poi c’è Antonio Nusa, neo 18enne, primo classe 2005 a segnare in Champions League. Finora ha deluso, ma il radar delle big lo segue attentmente e l’attaccante del Bruges vuole stupire. Oscar Bobb, classe 2003 di proprietà del Manchester City, al contrario si è messo in luce con 10 dribbling nel torneo (meno solo di Rodri della Spagna). Nicolato dovrebbe cambiare poco rispetto all’11 visto contro la Svizzera. Non si tocca Wilfried Gnonto, così come Pellegri (con Colombo che scalpita). Va verso la conferma il centrocampo composto da Tonali, Rovella e Bove, mentre sulle fasce Parisi e Bellanova (che stringe i denti) cercano conferme dopo le ottime prove dello scorso turno. Difficile che ci siano cambi anche in difesa, con Lovato in caso prima alternativa del terzetto Okoli, Pirola, Scalvini. Nessun dubbio anche tra i pali, con Carnesecchi che cerca il primo clean sheet del torneo. Poi spazio al campo e forse alle calcolatrici. Con la speranza che il debutto tra le polemiche nella fase a gironi senza tecnologia non lasci troppi rimpianti.

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