In Spagna lo chiamano ormai da tempo ‘Virus FIFA’ e tanti allenatori – soprattutto in Italia – continuano a puntare il dito contro il calendario internazionale. L’ultima sosta nazionali di certo non è un grande spot per chi nega la necessità di un cambiamento. Oltre 15 infortuni in quasi una settimana di impegni con le proprie selezioni sono tanti. E soprattutto non sono banali, sia per le tempistiche che per i nomi. Il più grave – l’ultimo – è quello di Gavi. La diagnosi non è ancora ufficiale, ma dalla Spagna già parlano di lesione al legamento crociato. Tradotto: stagione finita ed Europei a fortissimo rischio. Prima di lui era stato Vinicius a fermarsi e il fuoriclasse del Real Madrid ne avrà almeno per un due mesi, mentre Zaire Emery rischia di aver già finito il suo 2023 calcistico dopo l’intervento killer di un difensore di Gibilterra nei primi minuti di gioco. Non solo. Nella lista degli infortunati ci sono anche Camavinga (Real Madrid), Oyarzabal (Real Sociedad), Ter Stegen (Barcellona), Mandi (Villarreal), Muriqi (Maiorca), Ocampos (Siviglia), Onana (Manchester United), Rashford (Manchester United), Bowen (West Ham), McKennie (Juventus), Bastoni (Inter), Miretti (Juventus), Eriksen (Manchester United) e Ochoa (Salernitana). E come se non bastasse, anche Erling Haaland è stato costretto a fermarsi per un problema alla caviglia. Niente di grave, ma al momento Pep Guardiola ha solamente 13 calciatori di movimento a disposizione nel suo Manchester City. Una settimana da incubo e in continuità con la scorsa sosta nazionali, quando a farsi male furono tre big come Dani Olmo, Asensio e Neymar. Quest’ultimo è costretto a fare i conti con l’infortunio più grave della sua carriera (rottura del legamento crociato anteriore e del menisco). Solo sfortuna, soprattutto se si parla di infortuni traumatici, chiaramente. Ma di certo non lo spot migliore per scoraggiare chi parla di ‘Virus Fifa’.
Da Gavi a Vinicius, passando per Zaire Emery: oltre 15 stelle infortunate in una settimana di nazionali
Vinicius Jr - Foto LiveMedia/Felipe Mondino